La rassegna, giunta all’ottava edizione, è stata concepita e progettata dalla Fondazione Sasso Corbaro per le Medical Humanities e dai responsabili delle attività culturali del Liceo cantonale di Bellinzona, e gode del patrocinio della Città di Bellinzona.
Anche quest’anno, il Liceo di Bellinzona e la Fondazione Sasso Corbaro per le Medical Humanities propongono al pubblico un ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica, che ha quale filo rosso il tema generale «CORPO (E ANIMA)». L’argomento verrà accostato da diverse prospettive disciplinari, coinvolgendo parte delle materie insegnate presso il Liceo, dalle scienze sperimentali alle scienze umane, dalla biologia alla fisica, dalla storia alla storia dell’arte, dalla musica alla letteratura.
Attenzione: a causa dei recenti avvenimenti legati alla diffusione del Coronavirus il programma subirà delle modifiche. In caso di dubbio vogliate gentilmente rivolgervi a fondazione@sasso-corbaro.ch
La rassegna, giunta all’ottava edizione, è stata concepita e progettata dalla Fondazione Sasso Corbaro per le Medical Humanities e dai responsabili delle attività culturali del Liceo cantonale di Bellinzona, e gode del patrocinio della Città di Bellinzona.
Anche quest’anno, il Liceo di Bellinzona e la Fondazione Sasso Corbaro per le Medical Humanities propongono al pubblico un ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica, che ha quale filo rosso il tema generale «CORPO (E ANIMA)». L’argomento verrà accostato da diverse prospettive disciplinari, coinvolgendo parte delle materie insegnate presso il Liceo, dalle scienze sperimentali alle scienze umane, dalla biologia alla fisica, dalla storia alla storia dell’arte, dalla musica alla letteratura.
Attenzione: a causa dei recenti avvenimenti legati alla diffusione del Coronavirus il programma subirà delle modifiche. In caso di dubbio vogliate gentilmente rivolgervi a fondazione@sasso-corbaro.ch
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
5 dicembre 2019
18.00
Conferenza di Sara Taglialagamba (Paris 1 – École Pratique des Hautes Études) e Arnoldo Poma (giurista e ricercatore)
Conferenza di Sara Taglialagamba (Paris 1 – École Pratique des Hautes Études) e Arnoldo Poma (giurista e ricercatore)
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
19 dicembre 2019
18.00
Conferenza di Francesco Paolo Di Teodoro (Politecnico di Torino)
Conferenza di Francesco Paolo Di Teodoro (Politecnico di Torino)
Teatro
Biblioteca Cantonale
Bellinzona
20 gennaio 2020
20.15
Autore: Magdalena Barile
Con Antonio Grazioli e Laura Negretti
Produzione: Teatro in Mostra
Autore: Magdalena Barile
Con Antonio Grazioli e Laura Negretti
Produzione: Teatro in Mostra
Conferenza
Caffetteria
Liceo Bellinzona
27 gennaio 2020
8.15
Giorgio Cosmacini (Università San Raffaele di Milano) incontra gli studenti del Liceo di Bellinzona
Giorgio Cosmacini (Università San Raffaele di Milano) incontra gli studenti del Liceo di Bellinzona
Film
Cinema Forum
Bellinzona
11 febbraio 2020
20:30
Regia di Lukas Dhont, Belgio, 2018
Lara ha quindici anni e un sogno, diventare una ballerina professionista. Ci prova ogni giorno Lara, alla sbarra, in sala, davanti allo specchio, nascondendo al mondo il suo segreto. Lara vuole danzare come una ragazza ma è nata ragazzo e deve fare i conti con un corpo che non ama, trasfigurandolo attraverso la danza e trasformandolo con gli ormoni. Seguita da un padre amorevole e una équipe di medici che l’accompagnano psicologicamente nel passaggio di genere, insegue sulle punte il giorno dell’emancipazione da un corpo che odia. Presentato in anteprima al Festival di Cannes del 2018, nella sezione “Un certain regard”, Girl ha ottenuto quattro premi, tra cui la “Caméra d’or”.
(dal Catalogo di Castellinaria, 2018)
Regia di Lukas Dhont, Belgio, 2018
Lara ha quindici anni e un sogno, diventare una ballerina professionista. Ci prova ogni giorno Lara, alla sbarra, in sala, davanti allo specchio, nascondendo al mondo il suo segreto. Lara vuole danzare come una ragazza ma è nata ragazzo e deve fare i conti con un corpo che non ama, trasfigurandolo attraverso la danza e trasformandolo con gli ormoni. Seguita da un padre amorevole e una équipe di medici che l’accompagnano psicologicamente nel passaggio di genere, insegue sulle punte il giorno dell’emancipazione da un corpo che odia. Presentato in anteprima al Festival di Cannes del 2018, nella sezione “Un certain regard”, Girl ha ottenuto quattro premi, tra cui la “Caméra d’or”.
(dal Catalogo di Castellinaria, 2018)
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
17 febbraio 2020
18.00
Conferenza di Daria Perocco (Università Ca' Foscari Venezia)
Con questa conferenza si tornerà alla letteratura e a uno dei suoi temi più conturbanti, quello della morte apparente (del corpo), che non si riduce al mito di Romeo e Giulietta e alla tragedia shakespeariana: ne parlerà Daria Perocco dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Conferenza di Daria Perocco (Università Ca' Foscari Venezia)
Con questa conferenza si tornerà alla letteratura e a uno dei suoi temi più conturbanti, quello della morte apparente (del corpo), che non si riduce al mito di Romeo e Giulietta e alla tragedia shakespeariana: ne parlerà Daria Perocco dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Teatro
Teatro Sociale
Bellinzona
18-19 febbraio 2020
20.45
Dal romanzo teatrale di Fëdor Dostoevskij con Glauco Mauri, Roberto Sturno, Paolo Lorimer, Pavel Zelinskij, Laurence Mazzoni, Luca Terracciano, Giulia Galiani e Alice Giroldini. Produzione: Compagnia Mauri - Sturno, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, 2019
Ambientato nell’Impero Russo di fine Ottocento, I fratelli Karamazov è il dramma spirituale che scaturisce dal conflitto morale tra fede, dubbio, ragione e libero arbitrio. La trama del romanzo si sviluppa attorno alle vicende dei membri della famiglia Karamazov e ai loro feroci conflitti, fino all’assassinio del capofamiglia Fëdor e al conseguente processo nei confronti del primogenito Dimitrij, accusato del parricidio. Dostoe- vskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi, un mondo ove l’interesse personale diviene la mozio- ne primaria d’ogni atto, ove trionfa il soddisfacimento sfrenato del desiderio. Glauco Mauri sottolinea che questa famiglia devastata da un odio che può giungere al delitto è un triste esempio della società odierna, dominata dall’incapacità di comprendersi. Tuttavia il grande poeta dell’animo umano Dostoevskij, anche da una terribile storia come questa, riesce a donarci bellezza e poesia.
Dal romanzo teatrale di Fëdor Dostoevskij con Glauco Mauri, Roberto Sturno, Paolo Lorimer, Pavel Zelinskij, Laurence Mazzoni, Luca Terracciano, Giulia Galiani e Alice Giroldini. Produzione: Compagnia Mauri - Sturno, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, 2019
Ambientato nell’Impero Russo di fine Ottocento, I fratelli Karamazov è il dramma spirituale che scaturisce dal conflitto morale tra fede, dubbio, ragione e libero arbitrio. La trama del romanzo si sviluppa attorno alle vicende dei membri della famiglia Karamazov e ai loro feroci conflitti, fino all’assassinio del capofamiglia Fëdor e al conseguente processo nei confronti del primogenito Dimitrij, accusato del parricidio. Dostoe- vskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi, un mondo ove l’interesse personale diviene la mozio- ne primaria d’ogni atto, ove trionfa il soddisfacimento sfrenato del desiderio. Glauco Mauri sottolinea che questa famiglia devastata da un odio che può giungere al delitto è un triste esempio della società odierna, dominata dall’incapacità di comprendersi. Tuttavia il grande poeta dell’animo umano Dostoevskij, anche da una terribile storia come questa, riesce a donarci bellezza e poesia.
Conferenza
Aula multimediale
Liceo
Bellinzona
23 marzo 2020
18.00
Conferenza di Simone Balmelli (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana).
Il ciclo di conferenze di Corpo (e anima) si chiude il 23 marzo aprendosi all’Universo intero, ai ‘corpi esotici’ chiamati buchi neri e al loro ‘respiro’: Simone Balmelli della SUPSI si chinerà sulle più recenti e affascinanti scoperte dell’astrofisica, a quattro anni dalla prima rilevazione delle onde gravitazionali e a cinquanta dal primo allunaggio.
Conferenza di Simone Balmelli (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana).
Il ciclo di conferenze di Corpo (e anima) si chiude il 23 marzo aprendosi all’Universo intero, ai ‘corpi esotici’ chiamati buchi neri e al loro ‘respiro’: Simone Balmelli della SUPSI si chinerà sulle più recenti e affascinanti scoperte dell’astrofisica, a quattro anni dalla prima rilevazione delle onde gravitazionali e a cinquanta dal primo allunaggio.
Teatro
Aula Teatro
Liceo
Bellinzona
5 Ottobre 2018
20.30
Markus Zohner Arts Company
Testo e regia: Markus Zohner
con: Patrizia Barbuiani, Santiago Bello, Luca Domas, Alessandra Francolini, Igor Mamlenkov, Markus Zohner, David Matthäus Zurbuchen.
Entrata libera
Posti limitati, iscrizione obbligatoria allo 091 814 00 10/11 (segreteria Liceo di Bellinzona)
Markus Zohner Arts Company
Testo e regia: Markus Zohner
con: Patrizia Barbuiani, Santiago Bello, Luca Domas, Alessandra Francolini, Igor Mamlenkov, Markus Zohner, David Matthäus Zurbuchen.
Entrata libera
Posti limitati, iscrizione obbligatoria allo 091 814 00 10/11 (segreteria Liceo di Bellinzona)
Nella seconda metà del 2018, il neurochirurgo italiano prof. Canavero vuole eseguire il primo trapianto di testa umana. Non potendo realizzare l’intervento in Europa o in America per questioni etiche e di credibilità, il professore ha accettato di farlo in Cina. Avrà una clinica messa a sua disposizione a Harbin e un’equipe medica di 150 fra dottori e infermieri.
Cosa ti fa essere ciò che sei? Cosa mi fa essere ciò che sono? Sei un essere umano perché hai un cuore? Perché hai degli occhi, perché hai un cervello? Perché cammini in maniera eretta, perché ti accoppi con piacere? Perché sai leggere, perché sei capace di scrivere il tuo nome, perché riesci a ricordare, perché credi di sapere di esistere? Sei quell’uomo perché hai quel ginocchio, quel dolore alla spalla, quel cuore, quella preferenza per quel budino di vaniglia, quella fede in quel Dio, quel ricordo di quella nonna? Ha un’ importanza da dove viene la tua mano? Il tuo stomaco? Il tuo canto? Ha un’ importanza da dove vengono le tue parole? I tuoi reni? Ti risveglierai come uomo nuovo. Risorgerai dal disfacimento della vita, ringiovanito, abbellito, migliorato, completamente rinnovato. Con il tuo nuovo pene, creato dalle cellule coltivate del tuo cordone ombelicale. Con ovuli freschi, coltivati dalla tua propria pelle per prole senza tempo, impiantati nelle tue ovaie nuove di fabbrica, fecondati con sperma del tuo proprio patrimonio genetico, in modo che Tu, per sempre, Tu possa essere soltanto te stessa, Tu possa rimanere per sempre soltanto te stesso. Non abbia paura: non morirà. Le staccheremo soltanto dei pezzi e li sostituiremo con dei nuovi. La Sua anima sarà conservata e verrà trapiantata in una nuova presenza corporea.
Con la nuova produzione RADIO FRANKENSTEIN, spettacolo teatrale realizzato dalla Markus Zohner Arts Company in collaborazione con il “Joint Research Center” della Commissione Europea, in bilico fra arte e scienza, la ricerca ruota intorno la tematica della creazione e manipolazione del corpo umano e delle sue parti, partendo dagli sviluppi tecnologici più attuali.
Nella seconda metà del 2018, il neurochirurgo italiano prof. Canavero vuole eseguire il primo trapianto di testa umana. Non potendo realizzare l’intervento in Europa o in America per questioni etiche e di credibilità, il professore ha accettato di farlo in Cina. Avrà una clinica messa a sua disposizione a Harbin e un’equipe medica di 150 fra dottori e infermieri.
Cosa ti fa essere ciò che sei? Cosa mi fa essere ciò che sono? Sei un essere umano perché hai un cuore? Perché hai degli occhi, perché hai un cervello? Perché cammini in maniera eretta, perché ti accoppi con piacere? Perché sai leggere, perché sei capace di scrivere il tuo nome, perché riesci a ricordare, perché credi di sapere di esistere? Sei quell’uomo perché hai quel ginocchio, quel dolore alla spalla, quel cuore, quella preferenza per quel budino di vaniglia, quella fede in quel Dio, quel ricordo di quella nonna? Ha un’ importanza da dove viene la tua mano? Il tuo stomaco? Il tuo canto? Ha un’ importanza da dove vengono le tue parole? I tuoi reni? Ti risveglierai come uomo nuovo. Risorgerai dal disfacimento della vita, ringiovanito, abbellito, migliorato, completamente rinnovato. Con il tuo nuovo pene, creato dalle cellule coltivate del tuo cordone ombelicale. Con ovuli freschi, coltivati dalla tua propria pelle per prole senza tempo, impiantati nelle tue ovaie nuove di fabbrica, fecondati con sperma del tuo proprio patrimonio genetico, in modo che Tu, per sempre, Tu possa essere soltanto te stessa, Tu possa rimanere per sempre soltanto te stesso. Non abbia paura: non morirà. Le staccheremo soltanto dei pezzi e li sostituiremo con dei nuovi. La Sua anima sarà conservata e verrà trapiantata in una nuova presenza corporea.
Con la nuova produzione RADIO FRANKENSTEIN, spettacolo teatrale realizzato dalla Markus Zohner Arts Company in collaborazione con il “Joint Research Center” della Commissione Europea, in bilico fra arte e scienza, la ricerca ruota intorno la tematica della creazione e manipolazione del corpo umano e delle sue parti, partendo dagli sviluppi tecnologici più attuali.
Nella seconda metà del 2018, il neurochirurgo italiano prof. Canavero vuole eseguire il primo trapianto di testa umana. Non potendo realizzare l’intervento in Europa o in America per questioni etiche e di credibilità, il professore ha accettato di farlo in Cina. Avrà una clinica messa a sua disposizione a Harbin e un’equipe medica di 150 fra dottori e infermieri.
Cosa ti fa essere ciò che sei? Cosa mi fa essere ciò che sono? Sei un essere umano perché hai un cuore? Perché hai degli occhi, perché hai un cervello? Perché cammini in maniera eretta, perché ti accoppi con piacere? Perché sai leggere, perché sei capace di scrivere il tuo nome, perché riesci a ricordare, perché credi di sapere di esistere? Sei quell’uomo perché hai quel ginocchio, quel dolore alla spalla, quel cuore, quella preferenza per quel budino di vaniglia, quella fede in quel Dio, quel ricordo di quella nonna? Ha un’ importanza da dove viene la tua mano? Il tuo stomaco? Il tuo canto? Ha un’ importanza da dove vengono le tue parole? I tuoi reni? Ti risveglierai come uomo nuovo. Risorgerai dal disfacimento della vita, ringiovanito, abbellito, migliorato, completamente rinnovato. Con il tuo nuovo pene, creato dalle cellule coltivate del tuo cordone ombelicale. Con ovuli freschi, coltivati dalla tua propria pelle per prole senza tempo, impiantati nelle tue ovaie nuove di fabbrica, fecondati con sperma del tuo proprio patrimonio genetico, in modo che Tu, per sempre, Tu possa essere soltanto te stessa, Tu possa rimanere per sempre soltanto te stesso. Non abbia paura: non morirà. Le staccheremo soltanto dei pezzi e li sostituiremo con dei nuovi. La Sua anima sarà conservata e verrà trapiantata in una nuova presenza corporea.
Con la nuova produzione RADIO FRANKENSTEIN, spettacolo teatrale realizzato dalla Markus Zohner Arts Company in collaborazione con il “Joint Research Center” della Commissione Europea, in bilico fra arte e scienza, la ricerca ruota intorno la tematica della creazione e manipolazione del corpo umano e delle sue parti, partendo dagli sviluppi tecnologici più attuali.
Nella seconda metà del 2018, il neurochirurgo italiano prof. Canavero vuole eseguire il primo trapianto di testa umana. Non potendo realizzare l’intervento in Europa o in America per questioni etiche e di credibilità, il professore ha accettato di farlo in Cina. Avrà una clinica messa a sua disposizione a Harbin e un’equipe medica di 150 fra dottori e infermieri.
Cosa ti fa essere ciò che sei? Cosa mi fa essere ciò che sono? Sei un essere umano perché hai un cuore? Perché hai degli occhi, perché hai un cervello? Perché cammini in maniera eretta, perché ti accoppi con piacere? Perché sai leggere, perché sei capace di scrivere il tuo nome, perché riesci a ricordare, perché credi di sapere di esistere? Sei quell’uomo perché hai quel ginocchio, quel dolore alla spalla, quel cuore, quella preferenza per quel budino di vaniglia, quella fede in quel Dio, quel ricordo di quella nonna? Ha un’ importanza da dove viene la tua mano? Il tuo stomaco? Il tuo canto? Ha un’ importanza da dove vengono le tue parole? I tuoi reni? Ti risveglierai come uomo nuovo. Risorgerai dal disfacimento della vita, ringiovanito, abbellito, migliorato, completamente rinnovato. Con il tuo nuovo pene, creato dalle cellule coltivate del tuo cordone ombelicale. Con ovuli freschi, coltivati dalla tua propria pelle per prole senza tempo, impiantati nelle tue ovaie nuove di fabbrica, fecondati con sperma del tuo proprio patrimonio genetico, in modo che Tu, per sempre, Tu possa essere soltanto te stessa, Tu possa rimanere per sempre soltanto te stesso. Non abbia paura: non morirà. Le staccheremo soltanto dei pezzi e li sostituiremo con dei nuovi. La Sua anima sarà conservata e verrà trapiantata in una nuova presenza corporea.
Con la nuova produzione RADIO FRANKENSTEIN, spettacolo teatrale realizzato dalla Markus Zohner Arts Company in collaborazione con il “Joint Research Center” della Commissione Europea, in bilico fra arte e scienza, la ricerca ruota intorno la tematica della creazione e manipolazione del corpo umano e delle sue parti, partendo dagli sviluppi tecnologici più attuali.
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
11 Ottobre 2018
18.00
Fabrizio Benedetti (Università degli Studi di Torino)
Entrata libera
Fabrizio Benedetti (Università degli Studi di Torino)
Entrata libera
Film
Cinema Forum 1+2
Bellinzona
23 Ottobre 2018
20.30
James Whale, Usa 1931
Con Colin Clive, Mae Clarke, Boris Karloff, John Boles, Lionel Belmore…
Bianco e nero, v.o. inglese, sottotitoli italiani, 71'
James Whale, Usa 1931
Con Colin Clive, Mae Clarke, Boris Karloff, John Boles, Lionel Belmore…
Bianco e nero, v.o. inglese, sottotitoli italiani, 71'
Tra le montagne svizzere, all’inizio del secolo scorso, il medico Henry Frankenstein tenta di realizzare l’impossibile sogno di creare la vita, costruendo una creatura con pezzi di cadaveri. L’esperimento riesce solo in parte, e l’essere si rivolta contro il creatore, seminando lutti e lacrime.
Un capolavoro del cinema dell’orrore, tratto dal romanzo di Mary Shelley e dalla pièce di Peggy Webling: girato con uno stile spoglio e fluido (così da lasciare molto spazio alla scenografia e conseguentemente all’atmosfera opprimente), il film evita gli effetti troppo facili o le scene troppo cruente, ma riesce a descrivere i pericoli e le tentazioni della scienza e contemporaneamente a fare della creatura una “rappresentazione simbolica e metafisica dell’uomo, tormentato e diviso tra la riconoscenza e l’odio per un creatore che l’ha fatto così imperfetto” [Lourcelles].
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Tra le montagne svizzere, all’inizio del secolo scorso, il medico Henry Frankenstein tenta di realizzare l’impossibile sogno di creare la vita, costruendo una creatura con pezzi di cadaveri. L’esperimento riesce solo in parte, e l’essere si rivolta contro il creatore, seminando lutti e lacrime.
Un capolavoro del cinema dell’orrore, tratto dal romanzo di Mary Shelley e dalla pièce di Peggy Webling: girato con uno stile spoglio e fluido (così da lasciare molto spazio alla scenografia e conseguentemente all’atmosfera opprimente), il film evita gli effetti troppo facili o le scene troppo cruente, ma riesce a descrivere i pericoli e le tentazioni della scienza e contemporaneamente a fare della creatura una “rappresentazione simbolica e metafisica dell’uomo, tormentato e diviso tra la riconoscenza e l’odio per un creatore che l’ha fatto così imperfetto” [Lourcelles].
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Tra le montagne svizzere, all’inizio del secolo scorso, il medico Henry Frankenstein tenta di realizzare l’impossibile sogno di creare la vita, costruendo una creatura con pezzi di cadaveri. L’esperimento riesce solo in parte, e l’essere si rivolta contro il creatore, seminando lutti e lacrime.
Un capolavoro del cinema dell’orrore, tratto dal romanzo di Mary Shelley e dalla pièce di Peggy Webling: girato con uno stile spoglio e fluido (così da lasciare molto spazio alla scenografia e conseguentemente all’atmosfera opprimente), il film evita gli effetti troppo facili o le scene troppo cruente, ma riesce a descrivere i pericoli e le tentazioni della scienza e contemporaneamente a fare della creatura una “rappresentazione simbolica e metafisica dell’uomo, tormentato e diviso tra la riconoscenza e l’odio per un creatore che l’ha fatto così imperfetto” [Lourcelles].
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Tra le montagne svizzere, all’inizio del secolo scorso, il medico Henry Frankenstein tenta di realizzare l’impossibile sogno di creare la vita, costruendo una creatura con pezzi di cadaveri. L’esperimento riesce solo in parte, e l’essere si rivolta contro il creatore, seminando lutti e lacrime.
Un capolavoro del cinema dell’orrore, tratto dal romanzo di Mary Shelley e dalla pièce di Peggy Webling: girato con uno stile spoglio e fluido (così da lasciare molto spazio alla scenografia e conseguentemente all’atmosfera opprimente), il film evita gli effetti troppo facili o le scene troppo cruente, ma riesce a descrivere i pericoli e le tentazioni della scienza e contemporaneamente a fare della creatura una “rappresentazione simbolica e metafisica dell’uomo, tormentato e diviso tra la riconoscenza e l’odio per un creatore che l’ha fatto così imperfetto” [Lourcelles].
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Teatro e musica
Teatro Sociale
Bellinzona
14 Novembre 2018
20.45
di Sarah Kane
in forma di “Sinfonia per voce sola” di Enrico Frattaroli
con Mariateresa Pascale
soprano in audio Patrizia Polia
elaborazioni musicali, video, scena e regia Enrico Frattaroli
produzione Neroluce / Florian Metateatro, 2018
di Sarah Kane
in forma di “Sinfonia per voce sola” di Enrico Frattaroli
con Mariateresa Pascale
soprano in audio Patrizia Polia
elaborazioni musicali, video, scena e regia Enrico Frattaroli
produzione Neroluce / Florian Metateatro, 2018
4.48 Psychosis – Sinfonia per voce sola è una messa in concerto dell’ultimo testo di Sarah Kane: la musica dei suoi versi in risonanza con musiche di Gustav Mahler e P. J. Harvey. Protagonista in scena è la poesia stessa, variegata nelle forme liriche, narrative, dialogiche, grafiche della sua scrittura, testualmente e scenicamente affidata alla voce di Mariateresa Pascale. “Scriverlo mi ha uccisa” annota Sarah Kane sul biglietto allegato alla copia di 4.48 Psychosis lasciata alla sua agente letteraria Mal Kenyon. Il suo ultimo dramma, perfezionato fino all’ultimo istante di vita, è anche il suo testamento poetico. Una scrittura che noi ereditiamo, un atto poetico assoluto di cui ci chiede di essere testimoni, spettatori, amanti: Convalidatemi / Autenticatemi / Guardatemi / Amatemi.
“Non la musica soltanto è chiamata a fare parte della concertazione. Un flusso di immagini tratte dalla disposizione grafica del testo, o ad essa ispirate, si attengono al poema seguendo le variazioni agogico-dinamiche dell’ intera partitura verbale e musicale. Sono diagnosi, numeri, sigle, geometrie e combinazioni di parole, ma anche cancellature, pagine gualcite, pellicole graffiate, coniugate di volta in volta con declinazioni postume, come in effigie, dello spazio scenico: sale da concerto devastate, stanze abbandonate, deserti di contenzione, fabbriche obsolete, teatri in rovina… Le parti dialogiche del poema – le cui voci rinviano, implicitamente, alla stessa Kane e al suo psichiatra – hanno, paradossalmente, valore di tacet. Sono momenti in cui l’opera si sospende (la luce scompare, la musica cessa, le immagini dissolvono) ed il regista si rivolge, letteralmente, all’attrice, che al regista risponde. Ed è proprio per il loro valore di silenzio poetico che sono parte dell’opera teatrale, del concerto, della poesia, come bianchi di scena.”
(Enrico Frattaroli)
4.48 Psychosis – Sinfonia per voce sola è una messa in concerto dell’ultimo testo di Sarah Kane: la musica dei suoi versi in risonanza con musiche di Gustav Mahler e P. J. Harvey. Protagonista in scena è la poesia stessa, variegata nelle forme liriche, narrative, dialogiche, grafiche della sua scrittura, testualmente e scenicamente affidata alla voce di Mariateresa Pascale. “Scriverlo mi ha uccisa” annota Sarah Kane sul biglietto allegato alla copia di 4.48 Psychosis lasciata alla sua agente letteraria Mal Kenyon. Il suo ultimo dramma, perfezionato fino all’ultimo istante di vita, è anche il suo testamento poetico. Una scrittura che noi ereditiamo, un atto poetico assoluto di cui ci chiede di essere testimoni, spettatori, amanti: Convalidatemi / Autenticatemi / Guardatemi / Amatemi.
“Non la musica soltanto è chiamata a fare parte della concertazione. Un flusso di immagini tratte dalla disposizione grafica del testo, o ad essa ispirate, si attengono al poema seguendo le variazioni agogico-dinamiche dell’ intera partitura verbale e musicale. Sono diagnosi, numeri, sigle, geometrie e combinazioni di parole, ma anche cancellature, pagine gualcite, pellicole graffiate, coniugate di volta in volta con declinazioni postume, come in effigie, dello spazio scenico: sale da concerto devastate, stanze abbandonate, deserti di contenzione, fabbriche obsolete, teatri in rovina… Le parti dialogiche del poema – le cui voci rinviano, implicitamente, alla stessa Kane e al suo psichiatra – hanno, paradossalmente, valore di tacet. Sono momenti in cui l’opera si sospende (la luce scompare, la musica cessa, le immagini dissolvono) ed il regista si rivolge, letteralmente, all’attrice, che al regista risponde. Ed è proprio per il loro valore di silenzio poetico che sono parte dell’opera teatrale, del concerto, della poesia, come bianchi di scena.”
(Enrico Frattaroli)
4.48 Psychosis – Sinfonia per voce sola è una messa in concerto dell’ultimo testo di Sarah Kane: la musica dei suoi versi in risonanza con musiche di Gustav Mahler e P. J. Harvey. Protagonista in scena è la poesia stessa, variegata nelle forme liriche, narrative, dialogiche, grafiche della sua scrittura, testualmente e scenicamente affidata alla voce di Mariateresa Pascale. “Scriverlo mi ha uccisa” annota Sarah Kane sul biglietto allegato alla copia di 4.48 Psychosis lasciata alla sua agente letteraria Mal Kenyon. Il suo ultimo dramma, perfezionato fino all’ultimo istante di vita, è anche il suo testamento poetico. Una scrittura che noi ereditiamo, un atto poetico assoluto di cui ci chiede di essere testimoni, spettatori, amanti: Convalidatemi / Autenticatemi / Guardatemi / Amatemi.
“Non la musica soltanto è chiamata a fare parte della concertazione. Un flusso di immagini tratte dalla disposizione grafica del testo, o ad essa ispirate, si attengono al poema seguendo le variazioni agogico-dinamiche dell’ intera partitura verbale e musicale. Sono diagnosi, numeri, sigle, geometrie e combinazioni di parole, ma anche cancellature, pagine gualcite, pellicole graffiate, coniugate di volta in volta con declinazioni postume, come in effigie, dello spazio scenico: sale da concerto devastate, stanze abbandonate, deserti di contenzione, fabbriche obsolete, teatri in rovina… Le parti dialogiche del poema – le cui voci rinviano, implicitamente, alla stessa Kane e al suo psichiatra – hanno, paradossalmente, valore di tacet. Sono momenti in cui l’opera si sospende (la luce scompare, la musica cessa, le immagini dissolvono) ed il regista si rivolge, letteralmente, all’attrice, che al regista risponde. Ed è proprio per il loro valore di silenzio poetico che sono parte dell’opera teatrale, del concerto, della poesia, come bianchi di scena.”
(Enrico Frattaroli)
4.48 Psychosis – Sinfonia per voce sola è una messa in concerto dell’ultimo testo di Sarah Kane: la musica dei suoi versi in risonanza con musiche di Gustav Mahler e P. J. Harvey. Protagonista in scena è la poesia stessa, variegata nelle forme liriche, narrative, dialogiche, grafiche della sua scrittura, testualmente e scenicamente affidata alla voce di Mariateresa Pascale. “Scriverlo mi ha uccisa” annota Sarah Kane sul biglietto allegato alla copia di 4.48 Psychosis lasciata alla sua agente letteraria Mal Kenyon. Il suo ultimo dramma, perfezionato fino all’ultimo istante di vita, è anche il suo testamento poetico. Una scrittura che noi ereditiamo, un atto poetico assoluto di cui ci chiede di essere testimoni, spettatori, amanti: Convalidatemi / Autenticatemi / Guardatemi / Amatemi.
“Non la musica soltanto è chiamata a fare parte della concertazione. Un flusso di immagini tratte dalla disposizione grafica del testo, o ad essa ispirate, si attengono al poema seguendo le variazioni agogico-dinamiche dell’ intera partitura verbale e musicale. Sono diagnosi, numeri, sigle, geometrie e combinazioni di parole, ma anche cancellature, pagine gualcite, pellicole graffiate, coniugate di volta in volta con declinazioni postume, come in effigie, dello spazio scenico: sale da concerto devastate, stanze abbandonate, deserti di contenzione, fabbriche obsolete, teatri in rovina… Le parti dialogiche del poema – le cui voci rinviano, implicitamente, alla stessa Kane e al suo psichiatra – hanno, paradossalmente, valore di tacet. Sono momenti in cui l’opera si sospende (la luce scompare, la musica cessa, le immagini dissolvono) ed il regista si rivolge, letteralmente, all’attrice, che al regista risponde. Ed è proprio per il loro valore di silenzio poetico che sono parte dell’opera teatrale, del concerto, della poesia, come bianchi di scena.”
(Enrico Frattaroli)
Film
Cinema Forum 1+2
Bellinzona
27 Novembre 2018
20.30
Ildikó Enyedi, Ungheria 2017
Con Morcsányi Géza, Alexandra Borbély, Ervin Nagy, Pál Mácsal, Júlia Nyako, Tamás Jordán…
Colore, v.o. ungherese, sottotitoli francesi, 116’
Orso d’oro al Festival di Berlino 2017
Ildikó Enyedi, Ungheria 2017
Con Morcsányi Géza, Alexandra Borbély, Ervin Nagy, Pál Mácsal, Júlia Nyako, Tamás Jordán…
Colore, v.o. ungherese, sottotitoli francesi, 116’
Orso d’oro al Festival di Berlino 2017
In un macello di Budapest viene assunta una nuova ispettrice della qualità, la giovane Maria. Il direttore finanziario è subito incuriosito dal suo atteggiamento assolutamente riservato e dedito al lavoro con una rigida applicazione delle regole. A seguito di un test psicologico a cui vengono sottoposti tutti i dipendenti, emerge che entrambi sognano regolarmente di trovarsi in un bosco mentre nevica, lui nel ruolo di un cervo e lei nel ruolo della femmina. Messi a conoscenza di questo fatto, i due iniziano un problematico avvicinamento. Entrambi sono deprivati di qualcosa: lui ha il braccio sinistro paralizzato, lei ha congelato tutto quanto riguarda la relazione con gli altri bloccandosi a uno stadio infantile. Mentre i sogni restano comuni, le sensazioni e le parole si sforzano di trovare una sintonia che si rivela difficile da conseguire.
(da Giancarlo Zappoli, in www.mymovies.it)
In un macello di Budapest viene assunta una nuova ispettrice della qualità, la giovane Maria. Il direttore finanziario è subito incuriosito dal suo atteggiamento assolutamente riservato e dedito al lavoro con una rigida applicazione delle regole. A seguito di un test psicologico a cui vengono sottoposti tutti i dipendenti, emerge che entrambi sognano regolarmente di trovarsi in un bosco mentre nevica, lui nel ruolo di un cervo e lei nel ruolo della femmina. Messi a conoscenza di questo fatto, i due iniziano un problematico avvicinamento. Entrambi sono deprivati di qualcosa: lui ha il braccio sinistro paralizzato, lei ha congelato tutto quanto riguarda la relazione con gli altri bloccandosi a uno stadio infantile. Mentre i sogni restano comuni, le sensazioni e le parole si sforzano di trovare una sintonia che si rivela difficile da conseguire.
(da Giancarlo Zappoli, in www.mymovies.it)
In un macello di Budapest viene assunta una nuova ispettrice della qualità, la giovane Maria. Il direttore finanziario è subito incuriosito dal suo atteggiamento assolutamente riservato e dedito al lavoro con una rigida applicazione delle regole. A seguito di un test psicologico a cui vengono sottoposti tutti i dipendenti, emerge che entrambi sognano regolarmente di trovarsi in un bosco mentre nevica, lui nel ruolo di un cervo e lei nel ruolo della femmina. Messi a conoscenza di questo fatto, i due iniziano un problematico avvicinamento. Entrambi sono deprivati di qualcosa: lui ha il braccio sinistro paralizzato, lei ha congelato tutto quanto riguarda la relazione con gli altri bloccandosi a uno stadio infantile. Mentre i sogni restano comuni, le sensazioni e le parole si sforzano di trovare una sintonia che si rivela difficile da conseguire.
(da Giancarlo Zappoli, in www.mymovies.it)
In un macello di Budapest viene assunta una nuova ispettrice della qualità, la giovane Maria. Il direttore finanziario è subito incuriosito dal suo atteggiamento assolutamente riservato e dedito al lavoro con una rigida applicazione delle regole. A seguito di un test psicologico a cui vengono sottoposti tutti i dipendenti, emerge che entrambi sognano regolarmente di trovarsi in un bosco mentre nevica, lui nel ruolo di un cervo e lei nel ruolo della femmina. Messi a conoscenza di questo fatto, i due iniziano un problematico avvicinamento. Entrambi sono deprivati di qualcosa: lui ha il braccio sinistro paralizzato, lei ha congelato tutto quanto riguarda la relazione con gli altri bloccandosi a uno stadio infantile. Mentre i sogni restano comuni, le sensazioni e le parole si sforzano di trovare una sintonia che si rivela difficile da conseguire.
(da Giancarlo Zappoli, in www.mymovies.it)
Teatro e musica
Teatro Sociale
Bellinzona
14 e 15 Dicembre 2018
20.45
di Bertolt Brecht
con Elena Bucci, Marco Sgrosso
traduzione di Roberto Menin
musiche originali eseguite dal vivo
disegno luci Loredana Oddone
scene e maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano / ERT Emilia Romagna Teatro in collaborazione con Le belle bandiere, 2018
di Bertolt Brecht
con Elena Bucci, Marco Sgrosso
traduzione di Roberto Menin
musiche originali eseguite dal vivo
disegno luci Loredana Oddone
scene e maschere Stefano Perocco di Meduna
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano / ERT Emilia Romagna Teatro in collaborazione con Le belle bandiere, 2018
Una favola divertente e amara, irta di domande insidiose intorno al sentimento del bene e del male, della bontà e della cattiveria, della sopraffazione e della solidarietà. In questo testo Brecht trasforma in epica e poesia i grandi movimenti della storia, della politica, dell’etica. L’opera colpisce per l’equilibrio mirabile tra uno sguardo freddo e analitico sul tessuto sociale, politico ed economico, la profetica ironia verso gli orrori del capitalismo e un’accorata vena poetica. Dominano in apertura e in chiusura le esilaranti figure delle tre divinità in missione per conto di misteriosi superiori, in giro per il mondo a cercare anime buone. Se le troveranno, il mondo “può restare com’è”. Ecco dunque in scena, accanto al vagare degli umani, anche quello incerto degli dei, trasformati con gusto beffardo in un improbabile trio sceso in terra a premiare la bontà, preoccupate soprattutto di salvaguardare la loro celeste carriera e il cui unico epilogo possibile, dopo il disordine causato dal loro inopportuno intervento, è una rapida ritirata verso l’alto.
Una favola divertente e amara, irta di domande insidiose intorno al sentimento del bene e del male, della bontà e della cattiveria, della sopraffazione e della solidarietà. In questo testo Brecht trasforma in epica e poesia i grandi movimenti della storia, della politica, dell’etica. L’opera colpisce per l’equilibrio mirabile tra uno sguardo freddo e analitico sul tessuto sociale, politico ed economico, la profetica ironia verso gli orrori del capitalismo e un’accorata vena poetica. Dominano in apertura e in chiusura le esilaranti figure delle tre divinità in missione per conto di misteriosi superiori, in giro per il mondo a cercare anime buone. Se le troveranno, il mondo “può restare com’è”. Ecco dunque in scena, accanto al vagare degli umani, anche quello incerto degli dei, trasformati con gusto beffardo in un improbabile trio sceso in terra a premiare la bontà, preoccupate soprattutto di salvaguardare la loro celeste carriera e il cui unico epilogo possibile, dopo il disordine causato dal loro inopportuno intervento, è una rapida ritirata verso l’alto.
Una favola divertente e amara, irta di domande insidiose intorno al sentimento del bene e del male, della bontà e della cattiveria, della sopraffazione e della solidarietà. In questo testo Brecht trasforma in epica e poesia i grandi movimenti della storia, della politica, dell’etica. L’opera colpisce per l’equilibrio mirabile tra uno sguardo freddo e analitico sul tessuto sociale, politico ed economico, la profetica ironia verso gli orrori del capitalismo e un’accorata vena poetica. Dominano in apertura e in chiusura le esilaranti figure delle tre divinità in missione per conto di misteriosi superiori, in giro per il mondo a cercare anime buone. Se le troveranno, il mondo “può restare com’è”. Ecco dunque in scena, accanto al vagare degli umani, anche quello incerto degli dei, trasformati con gusto beffardo in un improbabile trio sceso in terra a premiare la bontà, preoccupate soprattutto di salvaguardare la loro celeste carriera e il cui unico epilogo possibile, dopo il disordine causato dal loro inopportuno intervento, è una rapida ritirata verso l’alto.
Una favola divertente e amara, irta di domande insidiose intorno al sentimento del bene e del male, della bontà e della cattiveria, della sopraffazione e della solidarietà. In questo testo Brecht trasforma in epica e poesia i grandi movimenti della storia, della politica, dell’etica. L’opera colpisce per l’equilibrio mirabile tra uno sguardo freddo e analitico sul tessuto sociale, politico ed economico, la profetica ironia verso gli orrori del capitalismo e un’accorata vena poetica. Dominano in apertura e in chiusura le esilaranti figure delle tre divinità in missione per conto di misteriosi superiori, in giro per il mondo a cercare anime buone. Se le troveranno, il mondo “può restare com’è”. Ecco dunque in scena, accanto al vagare degli umani, anche quello incerto degli dei, trasformati con gusto beffardo in un improbabile trio sceso in terra a premiare la bontà, preoccupate soprattutto di salvaguardare la loro celeste carriera e il cui unico epilogo possibile, dopo il disordine causato dal loro inopportuno intervento, è una rapida ritirata verso l’alto.
Film
Cinema Forum 1+2
Bellinzona
29 Gennaio 2019
20.30
Usa/Qatar, 2017
Regia di Anahita Ghazvinizadeh
In collaborazione con il Circolo del Cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
Usa/Qatar, 2017
Regia di Anahita Ghazvinizadeh
In collaborazione con il Circolo del Cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
J ha quattordici anni. J vuole il pronome “they”. “They” vuol dire “loro”. J vivono con i genitori nella periferia di Chicago. J stanno esplorando la loro identità di genere mentre seguono una terapia ormonale per ritardare la pubertà. Dopo due anni di terapia, J devono decidere se effettuare o no la transizione. Durante il week-end decisivo, mentre i loro genitori sono in viaggio, la sorella di J e il suo ragazzo iraniano arrivano per prendersi cura di loro.
They è un film della giovanissima regista iraniana Anahita Ghazvinizadeh, presentato al 70esimo Festival di Cannes e molto apprezzato da pubblico e critica al 35esimo Torino Film Festival. Prodotto con il supporto di Jane Campion, è il racconto delicato e allo stesso tempo potente della difficile lotta per la propria identità di un quattordicenne che ha deciso di seguire una terapia medica che blocca lo sviluppo, per poter prendere tempo e scegliere se “effettuare la transizione”, perciò se essere uomo o donna.
(da www.cineforum.it)
J ha quattordici anni. J vuole il pronome “they”. “They” vuol dire “loro”. J vivono con i genitori nella periferia di Chicago. J stanno esplorando la loro identità di genere mentre seguono una terapia ormonale per ritardare la pubertà. Dopo due anni di terapia, J devono decidere se effettuare o no la transizione. Durante il week-end decisivo, mentre i loro genitori sono in viaggio, la sorella di J e il suo ragazzo iraniano arrivano per prendersi cura di loro.
They è un film della giovanissima regista iraniana Anahita Ghazvinizadeh, presentato al 70esimo Festival di Cannes e molto apprezzato da pubblico e critica al 35esimo Torino Film Festival. Prodotto con il supporto di Jane Campion, è il racconto delicato e allo stesso tempo potente della difficile lotta per la propria identità di un quattordicenne che ha deciso di seguire una terapia medica che blocca lo sviluppo, per poter prendere tempo e scegliere se “effettuare la transizione”, perciò se essere uomo o donna.
(da www.cineforum.it)
J ha quattordici anni. J vuole il pronome “they”. “They” vuol dire “loro”. J vivono con i genitori nella periferia di Chicago. J stanno esplorando la loro identità di genere mentre seguono una terapia ormonale per ritardare la pubertà. Dopo due anni di terapia, J devono decidere se effettuare o no la transizione. Durante il week-end decisivo, mentre i loro genitori sono in viaggio, la sorella di J e il suo ragazzo iraniano arrivano per prendersi cura di loro.
They è un film della giovanissima regista iraniana Anahita Ghazvinizadeh, presentato al 70esimo Festival di Cannes e molto apprezzato da pubblico e critica al 35esimo Torino Film Festival. Prodotto con il supporto di Jane Campion, è il racconto delicato e allo stesso tempo potente della difficile lotta per la propria identità di un quattordicenne che ha deciso di seguire una terapia medica che blocca lo sviluppo, per poter prendere tempo e scegliere se “effettuare la transizione”, perciò se essere uomo o donna.
(da www.cineforum.it)
J ha quattordici anni. J vuole il pronome “they”. “They” vuol dire “loro”. J vivono con i genitori nella periferia di Chicago. J stanno esplorando la loro identità di genere mentre seguono una terapia ormonale per ritardare la pubertà. Dopo due anni di terapia, J devono decidere se effettuare o no la transizione. Durante il week-end decisivo, mentre i loro genitori sono in viaggio, la sorella di J e il suo ragazzo iraniano arrivano per prendersi cura di loro.
They è un film della giovanissima regista iraniana Anahita Ghazvinizadeh, presentato al 70esimo Festival di Cannes e molto apprezzato da pubblico e critica al 35esimo Torino Film Festival. Prodotto con il supporto di Jane Campion, è il racconto delicato e allo stesso tempo potente della difficile lotta per la propria identità di un quattordicenne che ha deciso di seguire una terapia medica che blocca lo sviluppo, per poter prendere tempo e scegliere se “effettuare la transizione”, perciò se essere uomo o donna.
(da www.cineforum.it)
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
18 Febbraio 2019
18.00
Andrea Alimonti (Istituto Oncologico di Ricerca, Università della Svizzera Italiana)
Entrata libera
Andrea Alimonti (Istituto Oncologico di Ricerca, Università della Svizzera Italiana)
Entrata libera
Film
Cinema Forum 1+2
Bellinzona
26 Febbraio 2019
20.30
Barbara Miller, Svizzera/Germania 2018
Colore, v.o. inglese/tedesco/giapponese, sottotitoli italiani o francesi, 97’
In collaborazione con il Circolo del Cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
Barbara Miller, Svizzera/Germania 2018
Colore, v.o. inglese/tedesco/giapponese, sottotitoli italiani o francesi, 97’
In collaborazione con il Circolo del Cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
#Female Pleasure si schiera a favore della liberazione della sessualità femminile nel XXI secolo mettendo in dubbio sia millenarie strutture patriarcali, sia la cultura porno, divenuta ormai onnipresente. Il film accompagna cinque donne straordinarie per tutto il globo, rivelando legami universali e mostrando in che modo queste persone coraggiose sono riuscite ad affermare la loro sessualità in nome di un rapporto egualitario e gioioso tra i sessi. Quello che propone Barbara Miller è un vero giro del mondo, compiuto con un reportage che mette in stretta relazione la religione e la donna. Una relazione dove, in continenti, culture e fedi diverse, la costante sembra la stessa: la donna è prima di tutto corpo. Su questo corpo lei non ha diritti, è una proprietà altrui destinata alla procreazione e al piacere maschile. È uno strumento di provocazione che va controllato, punito, nascosto. Qualcosa di cui vergognarsi.
(dal Catalogo del 71esimo Locarno Festival e da quello della “Semaine de la critique” 2018)
#Female Pleasure si schiera a favore della liberazione della sessualità femminile nel XXI secolo mettendo in dubbio sia millenarie strutture patriarcali, sia la cultura porno, divenuta ormai onnipresente. Il film accompagna cinque donne straordinarie per tutto il globo, rivelando legami universali e mostrando in che modo queste persone coraggiose sono riuscite ad affermare la loro sessualità in nome di un rapporto egualitario e gioioso tra i sessi. Quello che propone Barbara Miller è un vero giro del mondo, compiuto con un reportage che mette in stretta relazione la religione e la donna. Una relazione dove, in continenti, culture e fedi diverse, la costante sembra la stessa: la donna è prima di tutto corpo. Su questo corpo lei non ha diritti, è una proprietà altrui destinata alla procreazione e al piacere maschile. È uno strumento di provocazione che va controllato, punito, nascosto. Qualcosa di cui vergognarsi.
(dal Catalogo del 71esimo Locarno Festival e da quello della “Semaine de la critique” 2018)
#Female Pleasure si schiera a favore della liberazione della sessualità femminile nel XXI secolo mettendo in dubbio sia millenarie strutture patriarcali, sia la cultura porno, divenuta ormai onnipresente. Il film accompagna cinque donne straordinarie per tutto il globo, rivelando legami universali e mostrando in che modo queste persone coraggiose sono riuscite ad affermare la loro sessualità in nome di un rapporto egualitario e gioioso tra i sessi. Quello che propone Barbara Miller è un vero giro del mondo, compiuto con un reportage che mette in stretta relazione la religione e la donna. Una relazione dove, in continenti, culture e fedi diverse, la costante sembra la stessa: la donna è prima di tutto corpo. Su questo corpo lei non ha diritti, è una proprietà altrui destinata alla procreazione e al piacere maschile. È uno strumento di provocazione che va controllato, punito, nascosto. Qualcosa di cui vergognarsi.
(dal Catalogo del 71esimo Locarno Festival e da quello della “Semaine de la critique” 2018)
#Female Pleasure si schiera a favore della liberazione della sessualità femminile nel XXI secolo mettendo in dubbio sia millenarie strutture patriarcali, sia la cultura porno, divenuta ormai onnipresente. Il film accompagna cinque donne straordinarie per tutto il globo, rivelando legami universali e mostrando in che modo queste persone coraggiose sono riuscite ad affermare la loro sessualità in nome di un rapporto egualitario e gioioso tra i sessi. Quello che propone Barbara Miller è un vero giro del mondo, compiuto con un reportage che mette in stretta relazione la religione e la donna. Una relazione dove, in continenti, culture e fedi diverse, la costante sembra la stessa: la donna è prima di tutto corpo. Su questo corpo lei non ha diritti, è una proprietà altrui destinata alla procreazione e al piacere maschile. È uno strumento di provocazione che va controllato, punito, nascosto. Qualcosa di cui vergognarsi.
(dal Catalogo del 71esimo Locarno Festival e da quello della “Semaine de la critique” 2018)
Conferenza
Aula Multimediale
Liceo
Bellinzona
25 Marzo 2019
18.00
Claudia Lambrugo (Università degli Studi di Milano)
In collaborazione con AICC/DSI (Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione Svizzera Italiana)
Entrata libera
Claudia Lambrugo (Università degli Studi di Milano)
In collaborazione con AICC/DSI (Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione Svizzera Italiana)
Entrata libera
Conferenza
Biblioteca cantonale
Bellinzona
9 Aprile 2019
18.30
Roy Garré (Giudice del Tribunale penale federale di Bellinzona)
Entrata libera
Roy Garré (Giudice del Tribunale penale federale di Bellinzona)
Entrata libera
Film
Cinema Forum 1+ 2
Bellinzona
17 Ottobre 2017
20.30
Laure, una ragazzina di dieci anni, si trasferisce con la famiglia in un nuovo quartiere, e viene scambiata
da Lisa per un maschio. Così si presenta agli altri ragazzi come Michael e, con la complicità della sorellina,
persevera nella finzione fin quando il “travestimento” verrà scoperto.
Ritratto di un’adolescente che non sta molto bene nella sua pelle (…) e che la regista-sceneggiatrice tiene lontano sia dalla
sociologia che dalla psicologia (…) Al centro della storia c’ è “solo” il mistero e l’ambiguità di un’ identità in formazione,
raccontato attraverso l’osservazione pudica e delicata dei primi sussulti sessuali di un’adolescente. Straordinaria la verità
che sanno trasmettere i due piccoli protagonisti, anche per merito di una fotografia (di Chrystel Fournier) che li segue senza
mai intimorirli o condizionarli. Il titolo è un termine inglese che significa “ragazzo mancato”.
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Laure, una ragazzina di dieci anni, si trasferisce con la famiglia in un nuovo quartiere, e viene scambiata
da Lisa per un maschio. Così si presenta agli altri ragazzi come Michael e, con la complicità della sorellina,
persevera nella finzione fin quando il “travestimento” verrà scoperto.
Ritratto di un’adolescente che non sta molto bene nella sua pelle (…) e che la regista-sceneggiatrice tiene lontano sia dalla
sociologia che dalla psicologia (…) Al centro della storia c’ è “solo” il mistero e l’ambiguità di un’ identità in formazione,
raccontato attraverso l’osservazione pudica e delicata dei primi sussulti sessuali di un’adolescente. Straordinaria la verità
che sanno trasmettere i due piccoli protagonisti, anche per merito di una fotografia (di Chrystel Fournier) che li segue senza
mai intimorirli o condizionarli. Il titolo è un termine inglese che significa “ragazzo mancato”.
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Laure, una ragazzina di dieci anni, si trasferisce con la famiglia in un nuovo quartiere, e viene scambiata
da Lisa per un maschio. Così si presenta agli altri ragazzi come Michael e, con la complicità della sorellina,
persevera nella finzione fin quando il “travestimento” verrà scoperto.
Ritratto di un’adolescente che non sta molto bene nella sua pelle (…) e che la regista-sceneggiatrice tiene lontano sia dalla
sociologia che dalla psicologia (…) Al centro della storia c’ è “solo” il mistero e l’ambiguità di un’ identità in formazione,
raccontato attraverso l’osservazione pudica e delicata dei primi sussulti sessuali di un’adolescente. Straordinaria la verità
che sanno trasmettere i due piccoli protagonisti, anche per merito di una fotografia (di Chrystel Fournier) che li segue senza
mai intimorirli o condizionarli. Il titolo è un termine inglese che significa “ragazzo mancato”.
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Laure, una ragazzina di dieci anni, si trasferisce con la famiglia in un nuovo quartiere, e viene scambiata
da Lisa per un maschio. Così si presenta agli altri ragazzi come Michael e, con la complicità della sorellina,
persevera nella finzione fin quando il “travestimento” verrà scoperto.
Ritratto di un’adolescente che non sta molto bene nella sua pelle (…) e che la regista-sceneggiatrice tiene lontano sia dalla
sociologia che dalla psicologia (…) Al centro della storia c’ è “solo” il mistero e l’ambiguità di un’ identità in formazione,
raccontato attraverso l’osservazione pudica e delicata dei primi sussulti sessuali di un’adolescente. Straordinaria la verità
che sanno trasmettere i due piccoli protagonisti, anche per merito di una fotografia (di Chrystel Fournier) che li segue senza
mai intimorirli o condizionarli. Il titolo è un termine inglese che significa “ragazzo mancato”.
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Milano, Baldini&Castoldi, 2016)
Conferenza
Municipio di Bellinzona
Sala del Consiglio comunale
19 Ottobre 2017
20.30
Giorgio Cosmacini, Università San Raffaele di Milano
Entrata libera
Giorgio Cosmacini, Università San Raffaele di Milano
Entrata libera
Conferenza
Biblioteca Cantonale
Bellinzona
11 Novembre 2017
9.45
Elena Granaglia, Università di Roma Tre
Riccardo Realfonzo, Università del Sannio
Francesco Figari, Università dell'Insubria
Iscrizione gradita: www.festivaldell'economia.ch
Elena Granaglia, Università di Roma Tre
Riccardo Realfonzo, Università del Sannio
Francesco Figari, Università dell'Insubria
Iscrizione gradita: www.festivaldell'economia.ch
Film
Cinema Forum 1 + 2
Bellinzona
14 Novembre 2017
20.30
Wolfgang Becker, Germania 2003
Con Daniel Brühl, Katrin Sass, Maria Simon…
Colore, v.o. tedesca, st. it, 121’
In collaborazione con il Circolo del cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
Wolfgang Becker, Germania 2003
Con Daniel Brühl, Katrin Sass, Maria Simon…
Colore, v.o. tedesca, st. it, 121’
In collaborazione con il Circolo del cinema Bellinzona
Ingresso Fr. 10.–/8.–/6.–/Gratuito per gli studenti
1989: un’orgogliosa comunista della Ddr entra in coma dopo un attacco di cuore. Quando ne esce, il Muro
è caduto e il virus del capitalismo ha attecchito ovunque; ma per evitarle una ricaduta fatale, i figli Alex e
Ariane le ricreano attorno un mondo di menzogna in cui il socialismo esiste ancora.
Scritta dal regista con Bernd Lichtenberg (debitrice del racconto Rip van Winkle di Washington Irving!), una commedia
fondata su un paradosso esile ma accattivante: che il socialismo reale sia stato vissuto dai suoi militanti come una specie di
“grande madre”, con i difetti e i pregi di un’ ingombrante genitrice. Non mancano idee irresistibili, come i falsi telegiornali
che millantano una riunificazione alla rovescia, con i berlinesi dell’Ovest in fuga dalle “ false certezze” del liberismo (…)
(da Il Mereghetti, cit.)
1989: un’orgogliosa comunista della Ddr entra in coma dopo un attacco di cuore. Quando ne esce, il Muro
è caduto e il virus del capitalismo ha attecchito ovunque; ma per evitarle una ricaduta fatale, i figli Alex e
Ariane le ricreano attorno un mondo di menzogna in cui il socialismo esiste ancora.
Scritta dal regista con Bernd Lichtenberg (debitrice del racconto Rip van Winkle di Washington Irving!), una commedia
fondata su un paradosso esile ma accattivante: che il socialismo reale sia stato vissuto dai suoi militanti come una specie di
“grande madre”, con i difetti e i pregi di un’ ingombrante genitrice. Non mancano idee irresistibili, come i falsi telegiornali
che millantano una riunificazione alla rovescia, con i berlinesi dell’Ovest in fuga dalle “ false certezze” del liberismo (…)
(da Il Mereghetti, cit.)
1989: un’orgogliosa comunista della Ddr entra in coma dopo un attacco di cuore. Quando ne esce, il Muro
è caduto e il virus del capitalismo ha attecchito ovunque; ma per evitarle una ricaduta fatale, i figli Alex e
Ariane le ricreano attorno un mondo di menzogna in cui il socialismo esiste ancora.
Scritta dal regista con Bernd Lichtenberg (debitrice del racconto Rip van Winkle di Washington Irving!), una commedia
fondata su un paradosso esile ma accattivante: che il socialismo reale sia stato vissuto dai suoi militanti come una specie di
“grande madre”, con i difetti e i pregi di un’ ingombrante genitrice. Non mancano idee irresistibili, come i falsi telegiornali
che millantano una riunificazione alla rovescia, con i berlinesi dell’Ovest in fuga dalle “ false certezze” del liberismo (…)
(da Il Mereghetti, cit.)
1989: un’orgogliosa comunista della Ddr entra in coma dopo un attacco di cuore. Quando ne esce, il Muro
è caduto e il virus del capitalismo ha attecchito ovunque; ma per evitarle una ricaduta fatale, i figli Alex e
Ariane le ricreano attorno un mondo di menzogna in cui il socialismo esiste ancora.
Scritta dal regista con Bernd Lichtenberg (debitrice del racconto Rip van Winkle di Washington Irving!), una commedia
fondata su un paradosso esile ma accattivante: che il socialismo reale sia stato vissuto dai suoi militanti come una specie di
“grande madre”, con i difetti e i pregi di un’ ingombrante genitrice. Non mancano idee irresistibili, come i falsi telegiornali
che millantano una riunificazione alla rovescia, con i berlinesi dell’Ovest in fuga dalle “ false certezze” del liberismo (…)
(da Il Mereghetti, cit.)
Teatro
Teatro Sociale
Bellinzona
16/17 Novembre 2017
20.30
di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi
regia di Silvano Piccardi
produzione Arca Azzurra Teatro
Prevendita: Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino (091 825 48 18)
di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi
regia di Silvano Piccardi
produzione Arca Azzurra Teatro
Prevendita: Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino (091 825 48 18)
La chiave di lettura di Enigma sta nel sottotitolo: “niente significa mai una cosa sola”, ogni elemento reale,
ogni dato di conoscenza si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Ci troviamo a Berlino circa vent’anni
dopo il fatidico 9 novembre 1989 in cui il Governo della Repubblica Democratica Tedesca decretò la soppressione
del divieto per i suoi cittadini di passare liberamente dall’altra parte del Muro che fino ad allora
aveva diviso in due la città, il paese e il mondo intero. Ed ecco che vite, esperienze, certezze, lutti e speranze
si frantumano, si incontrano, si mischiano. Decifrare il senso della vicenda che lega i due personaggi (Hilder,
il padrone di casa e Ingrid, la donna cui presta soccorso) è il compito a cui l’autore chiama i personaggi
stessi ma anche il pubblico, attraverso la suspense del gioco teatrale, in un crescendo degno di un thriller
psicologico. La posta in gioco non è solo la possibilità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite che
si intrecciano sul palcoscenico, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi, quello della Storia stessa.
La chiave di lettura di Enigma sta nel sottotitolo: “niente significa mai una cosa sola”, ogni elemento reale,
ogni dato di conoscenza si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Ci troviamo a Berlino circa vent’anni
dopo il fatidico 9 novembre 1989 in cui il Governo della Repubblica Democratica Tedesca decretò la soppressione
del divieto per i suoi cittadini di passare liberamente dall’altra parte del Muro che fino ad allora
aveva diviso in due la città, il paese e il mondo intero. Ed ecco che vite, esperienze, certezze, lutti e speranze
si frantumano, si incontrano, si mischiano. Decifrare il senso della vicenda che lega i due personaggi (Hilder,
il padrone di casa e Ingrid, la donna cui presta soccorso) è il compito a cui l’autore chiama i personaggi
stessi ma anche il pubblico, attraverso la suspense del gioco teatrale, in un crescendo degno di un thriller
psicologico. La posta in gioco non è solo la possibilità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite che
si intrecciano sul palcoscenico, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi, quello della Storia stessa.
La chiave di lettura di Enigma sta nel sottotitolo: “niente significa mai una cosa sola”, ogni elemento reale,
ogni dato di conoscenza si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Ci troviamo a Berlino circa vent’anni
dopo il fatidico 9 novembre 1989 in cui il Governo della Repubblica Democratica Tedesca decretò la soppressione
del divieto per i suoi cittadini di passare liberamente dall’altra parte del Muro che fino ad allora
aveva diviso in due la città, il paese e il mondo intero. Ed ecco che vite, esperienze, certezze, lutti e speranze
si frantumano, si incontrano, si mischiano. Decifrare il senso della vicenda che lega i due personaggi (Hilder,
il padrone di casa e Ingrid, la donna cui presta soccorso) è il compito a cui l’autore chiama i personaggi
stessi ma anche il pubblico, attraverso la suspense del gioco teatrale, in un crescendo degno di un thriller
psicologico. La posta in gioco non è solo la possibilità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite che
si intrecciano sul palcoscenico, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi, quello della Storia stessa.
La chiave di lettura di Enigma sta nel sottotitolo: “niente significa mai una cosa sola”, ogni elemento reale,
ogni dato di conoscenza si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Ci troviamo a Berlino circa vent’anni
dopo il fatidico 9 novembre 1989 in cui il Governo della Repubblica Democratica Tedesca decretò la soppressione
del divieto per i suoi cittadini di passare liberamente dall’altra parte del Muro che fino ad allora
aveva diviso in due la città, il paese e il mondo intero. Ed ecco che vite, esperienze, certezze, lutti e speranze
si frantumano, si incontrano, si mischiano. Decifrare il senso della vicenda che lega i due personaggi (Hilder,
il padrone di casa e Ingrid, la donna cui presta soccorso) è il compito a cui l’autore chiama i personaggi
stessi ma anche il pubblico, attraverso la suspense del gioco teatrale, in un crescendo degno di un thriller
psicologico. La posta in gioco non è solo la possibilità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite che
si intrecciano sul palcoscenico, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi, quello della Storia stessa.
Conferenza
Biblioteca Cantonale
Bellinzona
30 Novembre 2017
18.30
Chiara Saraceno, Università di Torino
Entrata libera
Chiara Saraceno, Università di Torino
Entrata libera
Conferenza
Liceo di Bellinzona
Aula Multimediale
5 Febbraio 2018
18.00
Massimo Firpo, Università di Torino e Scuola Normale Superiore di Pisa
Entrata libera
Massimo Firpo, Università di Torino e Scuola Normale Superiore di Pisa
Entrata libera
Film
Cinema Forum 1 + 2
Bellinzona
6 Febbraio 2018
20.30
Pawel Pawlikowski, Polonia/Danimarca/Francia/Gb 2013
Con Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, Dawid Ogrodnik, Joanna Kulig…
Bianco e nero, v.o. polacca, st. f, 79’
Pawel Pawlikowski, Polonia/Danimarca/Francia/Gb 2013
Con Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, Dawid Ogrodnik, Joanna Kulig…
Bianco e nero, v.o. polacca, st. f, 79’
Polonia, 1962. La novizia Anna sta per prendere i voti, ma la madre superiora vuole che prima incontri sua
zia Wanda Gruz, giudice fedele al regime, che le rivela la sua nascita ebraica, che si chiama Ida Lebenstein
e che i genitori sono morti durante la guerra (…) Il confronto con un passato nascosto sarà drammatico per
Wanda, mentre Ida sarà costretta a chiedersi se tornare in convento.
Al suo quinto lungometraggio, Pawlikowski (che firma la sceneggiatura con Rebecca Lenkiewicz) gira per la prima volta
nella natia Polonia, scavando dentro le ferite della Storia, dove la verità sulla famiglia di Ida diventa la ricerca su un passato
a lungo rimosso, sullo sfondo di un Paese dilaniato tra cattolicesimo e marxismo. Con un’economia di mezzi ed effetti
ammirevoli, dentro a immagini di grande rigore estetico (…), le due donne cercheranno di ritrovare una verità che in molti
vorrebbero nascondere e che anche la zia ha qualche ragione per lasciare parzialmente oscura (…) Questo film sorprendente
e toccante, appassionato e lucidissimo, non cerca colpevoli ma non assolve nessuno. Oscar per il miglior film straniero.
(da Il Mereghetti, cit.)
Polonia, 1962. La novizia Anna sta per prendere i voti, ma la madre superiora vuole che prima incontri sua
zia Wanda Gruz, giudice fedele al regime, che le rivela la sua nascita ebraica, che si chiama Ida Lebenstein
e che i genitori sono morti durante la guerra (…) Il confronto con un passato nascosto sarà drammatico per
Wanda, mentre Ida sarà costretta a chiedersi se tornare in convento.
Al suo quinto lungometraggio, Pawlikowski (che firma la sceneggiatura con Rebecca Lenkiewicz) gira per la prima volta
nella natia Polonia, scavando dentro le ferite della Storia, dove la verità sulla famiglia di Ida diventa la ricerca su un passato
a lungo rimosso, sullo sfondo di un Paese dilaniato tra cattolicesimo e marxismo. Con un’economia di mezzi ed effetti
ammirevoli, dentro a immagini di grande rigore estetico (…), le due donne cercheranno di ritrovare una verità che in molti
vorrebbero nascondere e che anche la zia ha qualche ragione per lasciare parzialmente oscura (…) Questo film sorprendente
e toccante, appassionato e lucidissimo, non cerca colpevoli ma non assolve nessuno. Oscar per il miglior film straniero.
(da Il Mereghetti, cit.)
Polonia, 1962. La novizia Anna sta per prendere i voti, ma la madre superiora vuole che prima incontri sua
zia Wanda Gruz, giudice fedele al regime, che le rivela la sua nascita ebraica, che si chiama Ida Lebenstein
e che i genitori sono morti durante la guerra (…) Il confronto con un passato nascosto sarà drammatico per
Wanda, mentre Ida sarà costretta a chiedersi se tornare in convento.
Al suo quinto lungometraggio, Pawlikowski (che firma la sceneggiatura con Rebecca Lenkiewicz) gira per la prima volta
nella natia Polonia, scavando dentro le ferite della Storia, dove la verità sulla famiglia di Ida diventa la ricerca su un passato
a lungo rimosso, sullo sfondo di un Paese dilaniato tra cattolicesimo e marxismo. Con un’economia di mezzi ed effetti
ammirevoli, dentro a immagini di grande rigore estetico (…), le due donne cercheranno di ritrovare una verità che in molti
vorrebbero nascondere e che anche la zia ha qualche ragione per lasciare parzialmente oscura (…) Questo film sorprendente
e toccante, appassionato e lucidissimo, non cerca colpevoli ma non assolve nessuno. Oscar per il miglior film straniero.
(da Il Mereghetti, cit.)
Polonia, 1962. La novizia Anna sta per prendere i voti, ma la madre superiora vuole che prima incontri sua
zia Wanda Gruz, giudice fedele al regime, che le rivela la sua nascita ebraica, che si chiama Ida Lebenstein
e che i genitori sono morti durante la guerra (…) Il confronto con un passato nascosto sarà drammatico per
Wanda, mentre Ida sarà costretta a chiedersi se tornare in convento.
Al suo quinto lungometraggio, Pawlikowski (che firma la sceneggiatura con Rebecca Lenkiewicz) gira per la prima volta
nella natia Polonia, scavando dentro le ferite della Storia, dove la verità sulla famiglia di Ida diventa la ricerca su un passato
a lungo rimosso, sullo sfondo di un Paese dilaniato tra cattolicesimo e marxismo. Con un’economia di mezzi ed effetti
ammirevoli, dentro a immagini di grande rigore estetico (…), le due donne cercheranno di ritrovare una verità che in molti
vorrebbero nascondere e che anche la zia ha qualche ragione per lasciare parzialmente oscura (…) Questo film sorprendente
e toccante, appassionato e lucidissimo, non cerca colpevoli ma non assolve nessuno. Oscar per il miglior film straniero.
(da Il Mereghetti, cit.)
Concerto
Salone Antico Convento
Monte Carasso
10 Marzo 2018
20.30
Marco Santilli con il quartetto jazz CheRoba
Jazz europeo contemporaneo
Entrata libera
Marco Santilli con il quartetto jazz CheRoba
Jazz europeo contemporaneo
Entrata libera
Quando compone, Marco Santilli pensa in italiano. Clarinettista ticinese da tempo affermato sulla scena
musicale della Svizzera tedesca, lancia un ponte verso sud anche con il suo nuovo quartetto CheRoba. E i
quattro musicisti che lo compongono interpretano i suoi brani come se li avessero portati in giro per anni
nei club. È un universo fatto di reminiscenze dello scrittore Hermann Hesse a Montagnola, melodie ispirate
a una poesia dialettale, ballate abilmente tessute, citazioni della tradizione jazzistica e improvvisazioni scatenate.
Canzoni e jazz si fondono in una poetica miscela di stili e immagini che vanno in scena sotto l’occhio
della betulla.
Quando compone, Marco Santilli pensa in italiano. Clarinettista ticinese da tempo affermato sulla scena
musicale della Svizzera tedesca, lancia un ponte verso sud anche con il suo nuovo quartetto CheRoba. E i
quattro musicisti che lo compongono interpretano i suoi brani come se li avessero portati in giro per anni
nei club. È un universo fatto di reminiscenze dello scrittore Hermann Hesse a Montagnola, melodie ispirate
a una poesia dialettale, ballate abilmente tessute, citazioni della tradizione jazzistica e improvvisazioni scatenate.
Canzoni e jazz si fondono in una poetica miscela di stili e immagini che vanno in scena sotto l’occhio
della betulla.
Quando compone, Marco Santilli pensa in italiano. Clarinettista ticinese da tempo affermato sulla scena
musicale della Svizzera tedesca, lancia un ponte verso sud anche con il suo nuovo quartetto CheRoba. E i
quattro musicisti che lo compongono interpretano i suoi brani come se li avessero portati in giro per anni
nei club. È un universo fatto di reminiscenze dello scrittore Hermann Hesse a Montagnola, melodie ispirate
a una poesia dialettale, ballate abilmente tessute, citazioni della tradizione jazzistica e improvvisazioni scatenate.
Canzoni e jazz si fondono in una poetica miscela di stili e immagini che vanno in scena sotto l’occhio
della betulla.
Quando compone, Marco Santilli pensa in italiano. Clarinettista ticinese da tempo affermato sulla scena
musicale della Svizzera tedesca, lancia un ponte verso sud anche con il suo nuovo quartetto CheRoba. E i
quattro musicisti che lo compongono interpretano i suoi brani come se li avessero portati in giro per anni
nei club. È un universo fatto di reminiscenze dello scrittore Hermann Hesse a Montagnola, melodie ispirate
a una poesia dialettale, ballate abilmente tessute, citazioni della tradizione jazzistica e improvvisazioni scatenate.
Canzoni e jazz si fondono in una poetica miscela di stili e immagini che vanno in scena sotto l’occhio
della betulla.
Film
Cinema Forum 1 + 2
Bellinzona
13 Marzo 2018
20.30
Matt Ross, Usa 2016
Con Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso…
Colore, v.o. inglese, st. it, 120’
Matt Ross, Usa 2016
Con Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso…
Colore, v.o. inglese, st. it, 120’
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una
foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano
le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente, finché la morte della madre, da tempo malata,
li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà
emergere dissidi e obbligherà Ben a mettere in discussione la sua idea educativa.
L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca
e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare (…) Ciò che rende Captain
Fantastic un film meno scontato del previsto, è il suo mettere al centro il tema dell’educazione, problematizzandolo (…):
facendo scontrare l’utopia con le difficoltà oggettive della sua messa in pratica e affidando il ruolo ad un Viggo Mortensen
che incarna perfettamente l’ambiguità del padre, compagno e dittatore.
(Marianna Cappi, www.mymovies.it)
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una
foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano
le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente, finché la morte della madre, da tempo malata,
li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà
emergere dissidi e obbligherà Ben a mettere in discussione la sua idea educativa.
L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca
e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare (…) Ciò che rende Captain
Fantastic un film meno scontato del previsto, è il suo mettere al centro il tema dell’educazione, problematizzandolo (…):
facendo scontrare l’utopia con le difficoltà oggettive della sua messa in pratica e affidando il ruolo ad un Viggo Mortensen
che incarna perfettamente l’ambiguità del padre, compagno e dittatore.
(Marianna Cappi, www.mymovies.it)
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una
foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano
le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente, finché la morte della madre, da tempo malata,
li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà
emergere dissidi e obbligherà Ben a mettere in discussione la sua idea educativa.
L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca
e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare (…) Ciò che rende Captain
Fantastic un film meno scontato del previsto, è il suo mettere al centro il tema dell’educazione, problematizzandolo (…):
facendo scontrare l’utopia con le difficoltà oggettive della sua messa in pratica e affidando il ruolo ad un Viggo Mortensen
che incarna perfettamente l’ambiguità del padre, compagno e dittatore.
(Marianna Cappi, www.mymovies.it)
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una
foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano
le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente, finché la morte della madre, da tempo malata,
li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà
emergere dissidi e obbligherà Ben a mettere in discussione la sua idea educativa.
L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca
e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare (…) Ciò che rende Captain
Fantastic un film meno scontato del previsto, è il suo mettere al centro il tema dell’educazione, problematizzandolo (…):
facendo scontrare l’utopia con le difficoltà oggettive della sua messa in pratica e affidando il ruolo ad un Viggo Mortensen
che incarna perfettamente l’ambiguità del padre, compagno e dittatore.
(Marianna Cappi, www.mymovies.it)
Teatro
teatro Sociale
Bellinzona
24 Marzo 2018
20.45
del Theater Hora di Zurigo
con gli attori del Theater Hora e la Hora Band
regia di Michael Elber produzione Theater Hora Zürich
Prevendita: Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino (091 825 48 18)
del Theater Hora di Zurigo
con gli attori del Theater Hora e la Hora Band
regia di Michael Elber produzione Theater Hora Zürich
Prevendita: Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino (091 825 48 18)
Spettacolo in lingua tedesca, di facile comprensione
Interamente composta da attori affetti da Trisomia 21 (sindrome di Down), il Theater Hora è una compagnia
ormai nota a livello internazionale per la radicalità del suo lavoro: i suoi membri, tutti professionisti del teatro,
non si fanno semplicemente dirigere, ma portano in scena le loro idee, le loro emozioni e la loro estetica. Insignito
del Gran Premio Svizzero di Teatro Anello Hans Reinhart 2016, il Theater Hora è abituato a superare
i limiti del possibile – e a farli superare al suo pubblico. “Bob Dylans 115ter Traum” si ispira alle canzoni e alla
vita di Bob Dylan, ma soprattutto ai suoi comportamenti originali e alle sue particolari strategie artistiche.
Per uno show opulento e anarchico, che gioca con le forme e le convenzioni che l’universo della cultura pop
ha creato nell’ultimo mezzo secolo.
Spettacolo in lingua tedesca, di facile comprensione
Interamente composta da attori affetti da Trisomia 21 (sindrome di Down), il Theater Hora è una compagnia
ormai nota a livello internazionale per la radicalità del suo lavoro: i suoi membri, tutti professionisti del teatro,
non si fanno semplicemente dirigere, ma portano in scena le loro idee, le loro emozioni e la loro estetica. Insignito
del Gran Premio Svizzero di Teatro Anello Hans Reinhart 2016, il Theater Hora è abituato a superare
i limiti del possibile – e a farli superare al suo pubblico. “Bob Dylans 115ter Traum” si ispira alle canzoni e alla
vita di Bob Dylan, ma soprattutto ai suoi comportamenti originali e alle sue particolari strategie artistiche.
Per uno show opulento e anarchico, che gioca con le forme e le convenzioni che l’universo della cultura pop
ha creato nell’ultimo mezzo secolo.
Spettacolo in lingua tedesca, di facile comprensione
Interamente composta da attori affetti da Trisomia 21 (sindrome di Down), il Theater Hora è una compagnia
ormai nota a livello internazionale per la radicalità del suo lavoro: i suoi membri, tutti professionisti del teatro,
non si fanno semplicemente dirigere, ma portano in scena le loro idee, le loro emozioni e la loro estetica. Insignito
del Gran Premio Svizzero di Teatro Anello Hans Reinhart 2016, il Theater Hora è abituato a superare
i limiti del possibile – e a farli superare al suo pubblico. “Bob Dylans 115ter Traum” si ispira alle canzoni e alla
vita di Bob Dylan, ma soprattutto ai suoi comportamenti originali e alle sue particolari strategie artistiche.
Per uno show opulento e anarchico, che gioca con le forme e le convenzioni che l’universo della cultura pop
ha creato nell’ultimo mezzo secolo.
Spettacolo in lingua tedesca, di facile comprensione
Interamente composta da attori affetti da Trisomia 21 (sindrome di Down), il Theater Hora è una compagnia
ormai nota a livello internazionale per la radicalità del suo lavoro: i suoi membri, tutti professionisti del teatro,
non si fanno semplicemente dirigere, ma portano in scena le loro idee, le loro emozioni e la loro estetica. Insignito
del Gran Premio Svizzero di Teatro Anello Hans Reinhart 2016, il Theater Hora è abituato a superare
i limiti del possibile – e a farli superare al suo pubblico. “Bob Dylans 115ter Traum” si ispira alle canzoni e alla
vita di Bob Dylan, ma soprattutto ai suoi comportamenti originali e alle sue particolari strategie artistiche.
Per uno show opulento e anarchico, che gioca con le forme e le convenzioni che l’universo della cultura pop
ha creato nell’ultimo mezzo secolo.
Teatro
Teatro Sociale
Bellinzona
15 Novembre 2016
16 Novembre 2016
20.45
Teatro
Teatro Sociale
Bellinzona
19 Gennaio 2017
20 Gennaio 2017
20.45
Conferenza
Castello Sasso Corbaro
Bellinzona
10 Aprile 2017
20.30
Conferenza
Aula multimediale
Liceo
Bellinzona
27 Aprile 2017
18.00
4° Percorso in medical humanities della Fondazione Sasso Corbaro
Conferenze
Film
Musica
Teatro
Bellinzona
Settembre 2015 -
Aprile 2016
Tra verità e speranza
Ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica
Tra verità e speranza
Ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica
Conferenza
Sala Ferrini
Castello Sasso Corbaro
Bellinzona
7 Aprile 2016
20.30
Francesca Rigotti (Università della Svizzera italiana)
Francesca Rigotti (Università della Svizzera italiana)
3° Percorso in medical humanities della Fondazione Sasso Corbaro
Conferenze
Film
Musica
Teatro
Bellinzona
Settembre 2014 -
Dicembre 2015
Né più mai toccherò le sacre sponde
Esilio e Nostalgia
Ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica
Né più mai toccherò le sacre sponde
Esilio e Nostalgia
Ciclo di conferenze, cinema, teatro e musica
Concerto
Chiesa Collegiata
Bellinzona
24 Ottobre 2014
20.30
Musiche di Beethoven, Hindemith, Mendelssohn
Musiche di Beethoven, Hindemith, Mendelssohn
Conferenza
Aula multimediale
Liceo di
Bellinzona
9 Febbraio 2015
18.00
Fabiano Alborghetti (poeta, Lugano)
‟Ho vissuto coi sans-papier per tre anni in vecchie fabbriche abbandonate e in dormitori clandestini; sono stato arrestato due volte; mi sono ammalato (diverse intossicazioni alimentari e un eritema al cuoio capelluto che è ormai cronico, nonostante siano passati 10 anni). Ho assistito a suicidi per disperazione e sono stato messo in salvo – durante retate della polizia – da disperati che hanno creduto che dovessi essere protetto per raccontare la loro storia, dare alla loro vita un senso in una realtà che li nega. Sono stato picchiato (sia dalle forze dell’ordine che dai caporali che reclutano la forza lavoro), ho celebrato ricorrenze religiose ed ho festeggiato per eventi minori (matrimonio, ricongiungimento familiare, una guarigione, un permesso di lavoro ottenuto). Ho camminato molto e soprattutto ho ascoltato: avevo di fronte degli uomini che erano stati capaci di ricostruire la propria vita dopo aver lasciato la terra d’origine a causa di una guerra, della povertà genetica del paese d’origine, odi, genocidi. Avevo di fronte persone in grado di riprendere in mano la propria vita dopo che questa era stata frantumata, dispersa, cancellata: nonostante l’esilio e nonostante il peso della memoria. Una memoria strappata, in bilico tra negazione e struggimento, il dolore o la nostalgia di una “opposta riva”.”
Fabiano Alborghetti (poeta, Lugano)
‟Ho vissuto coi sans-papier per tre anni in vecchie fabbriche abbandonate e in dormitori clandestini; sono stato arrestato due volte; mi sono ammalato (diverse intossicazioni alimentari e un eritema al cuoio capelluto che è ormai cronico, nonostante siano passati 10 anni). Ho assistito a suicidi per disperazione e sono stato messo in salvo – durante retate della polizia – da disperati che hanno creduto che dovessi essere protetto per raccontare la loro storia, dare alla loro vita un senso in una realtà che li nega. Sono stato picchiato (sia dalle forze dell’ordine che dai caporali che reclutano la forza lavoro), ho celebrato ricorrenze religiose ed ho festeggiato per eventi minori (matrimonio, ricongiungimento familiare, una guarigione, un permesso di lavoro ottenuto). Ho camminato molto e soprattutto ho ascoltato: avevo di fronte degli uomini che erano stati capaci di ricostruire la propria vita dopo aver lasciato la terra d’origine a causa di una guerra, della povertà genetica del paese d’origine, odi, genocidi. Avevo di fronte persone in grado di riprendere in mano la propria vita dopo che questa era stata frantumata, dispersa, cancellata: nonostante l’esilio e nonostante il peso della memoria. Una memoria strappata, in bilico tra negazione e struggimento, il dolore o la nostalgia di una “opposta riva”.”
Conferenza
Sala Ferrini
Castello Sasso Corbaro
Bellinzona
1 Giugno 2015
20.30
Francesca Sensini (Università di Nizza)
Francesca Sensini (Università di Nizza)
Storie di contagi: uomini, malattie e paure
Ciclo proposto dalla Fondazione Sasso Corbaro e dal Liceo di Bellinzona con il patrocinio della Città di Bellinzona.
Storie di contagi: uomini, malattie e paure
Ciclo proposto dalla Fondazione Sasso Corbaro e dal Liceo di Bellinzona con il patrocinio della Città di Bellinzona.
Conferenza
Castello Sasso Corbaro, sala Ferrini
Bellinzona
21 Ottobre 2013
20.30
Bernardino Fantini (Università di Ginevra)
Bernardino Fantini (Università di Ginevra)
Teatro
Teatro sociale di Bellinzona
14 Novembre 2013
20.45
Spettacolo in lingua tedesca dall’omonimo romanzo di Friedrich Dürrenmatt (1953) con David Steck, Oliver Losehand, Marcus Schäfer, Hans Rudolf Spühler, Christian Hettkamp, Diana Dengler e Boglarka Horvath. Produzione: Theater St. Gallen, 2012
Spettacolo in lingua tedesca dall’omonimo romanzo di Friedrich Dürrenmatt (1953) con David Steck, Oliver Losehand, Marcus Schäfer, Hans Rudolf Spühler, Christian Hettkamp, Diana Dengler e Boglarka Horvath. Produzione: Theater St. Gallen, 2012
Conferenza
Liceo di Bellinzona, aula multimediale
2 Dicembre 2013
18.00
Ferruccio Cecco (Liceo di Bellinzona)
Ferruccio Cecco (Liceo di Bellinzona)
Conferenza
Castello Sasso Corbaro, sala Ferrini
Bellinzona
3 Febbraio 2014
20.30
Rossana Cardani Vergani (Ufficio dei Beni culturali)
Rossana Cardani Vergani (Ufficio dei Beni culturali)
Concerto
Castelgrande, sala Arsenale
Bellinzona
28 Aprile 2014
20.45
diretta da Andreas Laake
Un viaggio in Cina, Chunhe Gao (prima esecuzione)
Divertimento in re maggiore K 136, Wolfgang Amadeus Mozart
La malattia, Fabio Arnaboldi Suite per flauto traverso e orchestra d'archi, solista Bruno Grossi (prima esecuzione)
diretta da Andreas Laake
Un viaggio in Cina, Chunhe Gao (prima esecuzione)
Divertimento in re maggiore K 136, Wolfgang Amadeus Mozart
La malattia, Fabio Arnaboldi Suite per flauto traverso e orchestra d'archi, solista Bruno Grossi (prima esecuzione)
Conferenza
Liceo di Bellinzona, aula multimediale
19 Maggio 2014
18.00
Graziano Martignoni (SUPSI)
Malattie infettive emergenti: scienza o incoscienza?
Enos Bernasconi (EOC)
Tavola rotonda
Graziano Martignoni (SUPSI)
Malattie infettive emergenti: scienza o incoscienza?
Enos Bernasconi (EOC)
Tavola rotonda
2° Percorso in medical humanities della Fondazione Sasso Corbaro 2013
Conferenze
Castello Sasso Corbaro
Bellinzona
Film
Ospedale San Giovanni
Bellinzona
15 Aprile -
11 Dicembre 2013
Il percorso proposto dall’Istituto nel programma qui presentato si ricollega al tema del destino svolto lo scorso anno: tema vasto e inquietante, sul quale la mente umana torna sempre a interrogarsi. Proprio la vastità e l’interesse del tema ne giustificano la ripresa: pur mantenendo un’attenzione per gli aspetti nei quali si configura oggi prevalentemente il volto del destino—le prognosi cliniche e le probabilità statistiche—le conferenze previste spaziano su aspetti diversi, alcuni anche non strettamente legati alla pratica medica. Il destino ha molti volti: quello del caso, certo, della fatalità che colpisce senza possibilità di previsione; ma anche quello imposto dal carattere di una persona, o da spinte inconsce che dirigono verso certe scelte esistenziali e non altre, o da convinzioni profonde che precludono alternative possibili; o, ancora, il ‘destino’ implicito in certe condizioni di vita o di lavoro, che restringono rigidamente i margini di libertà di scelta; o i destini di una civiltà, il cui futuro si lascia ricondurre solo in parte a scelte e progettazioni razionali. Ecco perché il percorso di quest’anno ritorna ad osservare il concetto di destino con sguardi molteplici, da quello della clinica a quello delle neuroscienze, dalla filosofia alla memoria storica e all’antropologia. Come di consueto, alla riflessione teorica si affianca un momento narrativo, così che il tema affrontato possa anche essere vissuto per esperienza indiretta. Perciò ciascuno degli argomenti trattati si articola in due momenti: il primo, d’informazione e di riflessione critica, è dato da una conferenza tenuta da un relatore qualificato, il lunedì; ad essa si ricollega poi, il mercoledì, la proiezione di un film presentato da un relatore particolarmente attento alla tematica.
Il percorso proposto dall’Istituto nel programma qui presentato si ricollega al tema del destino svolto lo scorso anno: tema vasto e inquietante, sul quale la mente umana torna sempre a interrogarsi. Proprio la vastità e l’interesse del tema ne giustificano la ripresa: pur mantenendo un’attenzione per gli aspetti nei quali si configura oggi prevalentemente il volto del destino—le prognosi cliniche e le probabilità statistiche—le conferenze previste spaziano su aspetti diversi, alcuni anche non strettamente legati alla pratica medica. Il destino ha molti volti: quello del caso, certo, della fatalità che colpisce senza possibilità di previsione; ma anche quello imposto dal carattere di una persona, o da spinte inconsce che dirigono verso certe scelte esistenziali e non altre, o da convinzioni profonde che precludono alternative possibili; o, ancora, il ‘destino’ implicito in certe condizioni di vita o di lavoro, che restringono rigidamente i margini di libertà di scelta; o i destini di una civiltà, il cui futuro si lascia ricondurre solo in parte a scelte e progettazioni razionali. Ecco perché il percorso di quest’anno ritorna ad osservare il concetto di destino con sguardi molteplici, da quello della clinica a quello delle neuroscienze, dalla filosofia alla memoria storica e all’antropologia. Come di consueto, alla riflessione teorica si affianca un momento narrativo, così che il tema affrontato possa anche essere vissuto per esperienza indiretta. Perciò ciascuno degli argomenti trattati si articola in due momenti: il primo, d’informazione e di riflessione critica, è dato da una conferenza tenuta da un relatore qualificato, il lunedì; ad essa si ricollega poi, il mercoledì, la proiezione di un film presentato da un relatore particolarmente attento alla tematica.
Film
17 Aprile 2013
20.30
Satoshi Kon, 2001 Giappone
Animatori: Takeshi Honda, Toshiyuki Inoue, Hideki Hamasu, Kenichi Konishi, Shogo Furuka
Presentato da Olmo Giovannini
Satoshi Kon, 2001 Giappone
Animatori: Takeshi Honda, Toshiyuki Inoue, Hideki Hamasu, Kenichi Konishi, Shogo Furuka
Presentato da Olmo Giovannini
Film
4 Settembre 2013
20.30
Michael Haneke Francia, Austria, Germania, 2012
Attori: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, William Shimell, Isabelle Huppert, Rita Blanco
Presentato da Fabiano Alborghetti
Michael Haneke Francia, Austria, Germania, 2012
Attori: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, William Shimell, Isabelle Huppert, Rita Blanco
Presentato da Fabiano Alborghetti
Conferenza
14 Ottobre 2013
20.30
Le relazioni invisibili ma percepibili nella letteratura: studio di casi
Graziano Martignoni
con Louise Lambrichs
Le relazioni invisibili ma percepibili nella letteratura: studio di casi
Graziano Martignoni
con Louise Lambrichs
Film
16 Ottobre 2013
20.30
Marco Bellocchio Italia, 2012
Attori: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Michele Riondino, Maya Sansa
Presentato da Franco Zambelloni
Marco Bellocchio Italia, 2012
Attori: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Michele Riondino, Maya Sansa
Presentato da Franco Zambelloni
Film
27 Novembre 2013
20.30
Wong Kar-Wai Cina, 2000
Attori: Maggie Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Ping Lam Siu, Rebecca Pan, Kelly Lai Chen, Tung Cho ‘Joe’ Cheung
Presentato da Valdo Pezzoli
Wong Kar-Wai Cina, 2000
Attori: Maggie Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Ping Lam Siu, Rebecca Pan, Kelly Lai Chen, Tung Cho ‘Joe’ Cheung
Presentato da Valdo Pezzoli
Film
11 Dicembre 2013
20.30
Fritz Lang Germania, 1921
Attori: Lil Dagover, Walter Janssen, Bernhard Goetzke, Rudolf Klein-Rogge, Hans Sternberg, Ernst Rückert
Presentato da Michele Dell’Ambrogio
Fritz Lang Germania, 1921
Attori: Lil Dagover, Walter Janssen, Bernhard Goetzke, Rudolf Klein-Rogge, Hans Sternberg, Ernst Rückert
Presentato da Michele Dell’Ambrogio
1° Percorso in medical humanities della Fondazione Sasso Corbaro 2012
Conferenze
Castello Sasso Corbaro
Bellinzona
Film
Ospedale San Giovanni
Bellinzona
26 Marzo -
5 Dicembre 2012
Anticipare il futuro, scrutarlo, è un'esigenza costante nella storia dell'uomo: ai metodi divinatori del passato—che pure riscontrano nacora una singolare fortuna, come mostra il successo persistente di cartomanti e astrologi—si affiancano oggi sistemi predittivi scientificamente fondati, quali le prognosi cliniche e le propabilità basate su calcoli statistici.
Alla luce di questi strumenti d'indagine anche il concetto di "destino" assume nuovi significati: non è più inteso come un fato inevitabile, ma come probabilità più o meno elevata che ciò che è stato previsto accada.
Il percorso proposto dall'istituto vuole appunto esplorare questi nuovi volti del destino, nelle forme in cui esso viene pensato dalla cultura contemporanea: dagli aspetti più propriamente attinenti la pratica medica (esame diagnostico prenatale, prognosi clinica, accanimento terapeutico) ad altri meno specifici ma che concernono il modo d'essere dell'uomo, come l'influenza del carattere sui comportamenti, o il modo in cui la libertà umana viene oggi ripensata dalle neuroscienze. Ciascuno di questi aspetti del "destino" comporta problemi etici di indubbia rilevanza per la società di oggi e ancor più per quella di domani.
Ogni grande tema di riflessione richiede, per essere pienamente inteso, non soltanto la comprensione razionale, ma anche un "sentire" che solo l'esperienza diretta o la narrazione possono dare. Perciò ciascun argomento affrontato nel percorso si articola in due momenti: il primo, d'informazione e di riflessione critica, è dato da una conferenza tenuta da un relatore qualificato, il luned`ì; ad essa si ricollega poi, il mercoledì, la proiezione di un film presentato da un relatore particolarmente attento alla tematica.
Anticipare il futuro, scrutarlo, è un'esigenza costante nella storia dell'uomo: ai metodi divinatori del passato—che pure riscontrano nacora una singolare fortuna, come mostra il successo persistente di cartomanti e astrologi—si affiancano oggi sistemi predittivi scientificamente fondati, quali le prognosi cliniche e le propabilità basate su calcoli statistici.
Alla luce di questi strumenti d'indagine anche il concetto di "destino" assume nuovi significati: non è più inteso come un fato inevitabile, ma come probabilità più o meno elevata che ciò che è stato previsto accada.
Il percorso proposto dall'istituto vuole appunto esplorare questi nuovi volti del destino, nelle forme in cui esso viene pensato dalla cultura contemporanea: dagli aspetti più propriamente attinenti la pratica medica (esame diagnostico prenatale, prognosi clinica, accanimento terapeutico) ad altri meno specifici ma che concernono il modo d'essere dell'uomo, come l'influenza del carattere sui comportamenti, o il modo in cui la libertà umana viene oggi ripensata dalle neuroscienze. Ciascuno di questi aspetti del "destino" comporta problemi etici di indubbia rilevanza per la società di oggi e ancor più per quella di domani.
Ogni grande tema di riflessione richiede, per essere pienamente inteso, non soltanto la comprensione razionale, ma anche un "sentire" che solo l'esperienza diretta o la narrazione possono dare. Perciò ciascun argomento affrontato nel percorso si articola in due momenti: il primo, d'informazione e di riflessione critica, è dato da una conferenza tenuta da un relatore qualificato, il luned`ì; ad essa si ricollega poi, il mercoledì, la proiezione di un film presentato da un relatore particolarmente attento alla tematica.