Eventi
- «Gli ictus, come i figli, è meglio averli da giovani»Ripartono dopo la pausa estiva e con una novità gli eventi on-line della Fondazione Sasso Corbaro: una serata in collaborazione col Festival Letterario ChiassoLetteraria.Ospite d’eccezione, Chiara Galeazzi autrice e speaker radiofonica di Radio Deejay che presenterà il suo libro Poverina, uscito quest’anno per i tipi di Bleckie.A intervistarla Mara Travella ricercatrice di storia dell’editoria e rappresentante del comitato scientifico di ChiassoLetteraria.Introduce e modera Nicolò S. Centemero, medico e collaboratore della Fondazione.
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Chiara Galeazzi è una «Autrice/Speaker/whatever» come lei stessa si definisce sul suo profilo Instagram @chialerazzi. Per citare soltanto alcuni dei suoi ultimi ...
Ripartono dopo la pausa estiva e con una novità gli eventi on-line della Fondazione Sasso Corbaro: una serata in collaborazione col Festival Letterario ChiassoLetteraria.Ospite d’eccezione, Chiara Galeazzi autrice e speaker radiofonica di Radio Deejay che presenterà il suo libro Poverina, uscito quest’anno per i tipi di Bleckie.A intervistarla Mara Travella ricercatrice di storia dell’editoria e rappresentante del comitato scientifico di ChiassoLetteraria.Introduce e modera Nicolò S. Centemero, medico e collaboratore della Fondazione.______________________________
Chiara Galeazzi è una «Autrice/Speaker/whatever» come lei stessa si definisce sul suo profilo Instagram @chialerazzi. Per citare soltanto alcuni dei suoi ultimi progetti, nel 2022 ha condotto Prossimamente, il primo podcast di Netflix Italia, cura il podcast Réclame dedicato al mondo della pubblicità e dal 2021 lavora a Radio Deejay nel programma «Chiara, Frank & Ciccio». Il 18 aprile di quest’anno ha pubblicato per i tipi di Blackie Poverina, il suo primo libro.
Mara Travella è ricercatrice presso l’Università di Zurigo, dove si occupa di storia dell’editoria e della traduzione. È parte del comitato scientifico del festival letterario Chiassoletteraria e ha co-fondato nel 2020 la formazione per la drammaturgia svizzera di lingua italiana Luminanza. Ha collaborato con diversi enti culturali e ha una cana di nome Molly.
Continua a leggereChiudi - Il cinema di Lukas Dhont. Incontro con Aldo Fresia e Alice Fabbro
Torna alla Fondazione Sasso Corbaro il critico Aldo Fresia, per una serata dedicata a «Girl» e «Close», primi lungometraggi del giovane regista belga Lukas Dhont.
Con lui, ad accompagnarlo nell’analisi delle complesse tematiche presenti nei due film – transizione di genere e suicidio giovanili – la Dr.ssa Alice Fabbro, psichiatra e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza.
Introduce e modera Nicolò S. Centemero, medico e collaboratore della Fondazione.
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Aldo Fresia è critico cinematografico, ha scritto per numerose testate italiane tra cui Pagina99 e Linkiesta, ha firmato un saggio sul Rocky Horror Picture Show ed è conduttore di Ricciotto, uno dei primi e più importanti podcast italiani dedicati al cinema.
Alice Fabbro è psichiatra e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. Attualmente coordina i Centri Psicoeducativi dell’OSC (Organizzazione sociopsichiatrica del Canton Ticino).
Torna alla Fondazione Sasso Corbaro il critico Aldo Fresia, per una serata dedicata a «Girl» e «Close», primi lungometraggi del giovane regista belga Lukas Dhont.
Con lui, ad accompagnarlo nell’analisi delle complesse tematiche presenti nei due film – transizione di genere e suicidio giovanili – la Dr.ssa Alice Fabbro, psichiatra e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza.
Introduce e modera Nicolò S. Centemero, medico e collaboratore della Fondazione.
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Aldo Fresia è critico cinematografico, ha scritto per numerose testate italiane tra cui Pagina99 e Linkiesta, ha firmato un saggio sul Rocky Horror Picture Show ed è conduttore di Ricciotto, uno dei primi e più importanti podcast italiani dedicati al cinema.
Alice Fabbro è psichiatra e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. Attualmente coordina i Centri Psicoeducativi dell’OSC (Organizzazione sociopsichiatrica del Canton Ticino).
- Parole per uscire dal mondo, parole per uscire nel mondo
I Mercoledì della Fondazione Sasso Corbaro
Settembre – novembre 2023, 18.30 – 20.00
Sala Edgar Morin, Fondazione Sasso Corbaro
«Vi sono parole che cantano il mondo. È su queste parole che i Mercoledì autunnali della Fondazione Sasso Corbaro vogliono dialogare. Parole per stare nel mondo, parole per vivere il mondo, parole per fuggire dal mondo. Parole che appartengono ai paesaggi della lentezza, come fermarsi, oziare, andare lento, riposare per potersi curare, prendersi cura, avere cura, divenire cura, essere cura. Parole smarrite mentre corriamo senza meta, perché temiamo che sia l’esistenza stessa a sfuggirci lasciandoci nel vuoto. Questo il paesaggio umano in cui abitare? Parole che costruiscono paesaggi in cui, come evoca il Qohélet, la vita non è che havèl havalìm, “fumo di fumi”. Parole in cui proviamo a sopravvivere. Parole perché i cieli si popolino di nuovo e ricomincino a parlarci. Parole che nulla hanno a che fare con la comunicazione. Parole che parlano nelle radure del bosco, in cui qualcosa di inatteso può sempre accadere».
Graziano ...
«Vi sono parole che cantano il mondo. È su queste parole che i Mercoledì autunnali della Fondazione Sasso Corbaro vogliono dialogare. Parole per stare nel mondo, parole per vivere il mondo, parole per fuggire dal mondo. Parole che appartengono ai paesaggi della lentezza, come fermarsi, oziare, andare lento, riposare per potersi curare, prendersi cura, avere cura, divenire cura, essere cura. Parole smarrite mentre corriamo senza meta, perché temiamo che sia l’esistenza stessa a sfuggirci lasciandoci nel vuoto. Questo il paesaggio umano in cui abitare? Parole che costruiscono paesaggi in cui, come evoca il Qohélet, la vita non è che havèl havalìm, “fumo di fumi”. Parole in cui proviamo a sopravvivere. Parole perché i cieli si popolino di nuovo e ricomincino a parlarci. Parole che nulla hanno a che fare con la comunicazione. Parole che parlano nelle radure del bosco, in cui qualcosa di inatteso può sempre accadere».
Graziano Martignoni, vicepresidente Fondazione Sasso Corbaro
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Ciascuna serata sarà accompagnata da un aperitivo offerto.
Entrata libera, posti limitati.
Per riservare il proprio posto scrivere a: fondazione@sasso-corbaro.chContinua a leggereChiudiProgrammaProgramma20 settembre
Nel riposo
PresentazionePresentazioneGraziano Martignoni dialoga con Andreas Barella, filosofo e Lia Galli, poetessa
25 ottobre
Nella lentezza
PresentazionePresentazioneGraziano Martignoni dialoga con Luigi Maffezzoli, giornalista e Michele Corengia, poeta
22 novembre
Nell’ozio
PresentazionePresentazioneGraziano Martignoni dialoga con Andrea Martignoni, storico e Laura Di Corcia, poetessa
13 dicembre
Nella cura
PresentazionePresentazioneGraziano Martignoni dialoga con Lina Bertola, filosofa e Stella N’Djoku, poetessa
- Sentirsi soli, sospesi tra malattia e cura
9° Convegno annuale della Fondazione Sasso Corbaro
Mercoledì 18 ottobre 2023, 8.30 – 16.30
Sala del Consiglio Comunale, Bellinzona
Quante solitudini conosce l’uomo? Vi è una solitudine che parla dell’isolamento e dell’esclusione, una solitudine che è assenza, vuoto di mondo ma anche presenza, attesa, risveglio, voce del silenzio che parla all’anima. Vi è una solitudine, poi, che è il sentirsi soli, il viversi soli, l’essere soli. Abitanti di un triangolo dell’esistenza in cui si è soli ma anche solitari e solidali. Molti sono infatti i suoi volti, diversi i suoi paesaggi di dolore e di abbandono, ma anche di esaltazione e di inattesa felicità. Pensiamo alla solitudine nel mondo, per usare qui una tipologia di Blanchot, che nasce dal fallimento della comunicazione e dello stare nel mondo e che sovente diviene triste fatalità sociologica. Pensiamo anche alla solitudine del vivere, che sorge nello smarrimento e nella vaporizzazione della stessa soggettività , quella che permette di dire “Io” e che rende difficile e dolorosa la relazione con il proprio corpo e la propria mente, ma anche spinge nell’atto del “raccoglimento” verso le possibilità creative. O infine, ...
Quante solitudini conosce l’uomo? Vi è una solitudine che parla dell’isolamento e dell’esclusione, una solitudine che è assenza, vuoto di mondo ma anche presenza, attesa, risveglio, voce del silenzio che parla all’anima. Vi è una solitudine, poi, che è il sentirsi soli, il viversi soli, l’essere soli. Abitanti di un triangolo dell’esistenza in cui si è soli ma anche solitari e solidali. Molti sono infatti i suoi volti, diversi i suoi paesaggi di dolore e di abbandono, ma anche di esaltazione e di inattesa felicità. Pensiamo alla solitudine nel mondo, per usare qui una tipologia di Blanchot, che nasce dal fallimento della comunicazione e dello stare nel mondo e che sovente diviene triste fatalità sociologica. Pensiamo anche alla solitudine del vivere, che sorge nello smarrimento e nella vaporizzazione della stessa soggettività , quella che permette di dire “Io” e che rende difficile e dolorosa la relazione con il proprio corpo e la propria mente, ma anche spinge nell’atto del “raccoglimento” verso le possibilità creative. O infine, e più radicalmente, a quella solitudine essenziale, che rinvia all’incompletezza fondamentale dell’essere e non solamente all’idea di una perdita o di una separazione dal proprio oggetto di amore. Tre modi dunque della solitudine, in un intreccio spesso confuso e indistinguibile alla prova della esperienza. Una distinzione questa che parla della differenza tra “la situazione oggettiva di essere privato di compagnia” e il “sentimento interno di solitudine”, che porta in sé la nostalgia di una comunione interna-esterna perfetta e senza conflitto tra sé e il mondo, una comunione per sempre e necessariamente perduta lungo il processo del divenire uomo. Se le forme dell’esperienza di solitudine sono mutate lungo la storia, la sua anima è antica, appartiene alla stessa condizione ontologica dell’uomo, che sta tra il destino e la destinazione, tra l’esilio e l’esodo. Uomo gettato nel mondo, come quasi tutti i libri sapienziali ci raccontano, solo di fronte alla nascita e alla morte. Forse l’uomo deve proprio a questa solitudine essenziale la sua stessa umanità.
Graziano Martignoni, vicepresidente Fondazione Sasso Corbaro
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Il Convegno è aperto sia ai professionisti della salute e della cura, sia
al grande pubblico.Costo: CHF 120.- pranzo incluso
Iscrizioni entro il 4 ottobre 2023: fondazione@sasso-corbaro.chContinua a leggereChiudiProgrammaProgrammaProgramma della giornata
8:30
Accoglienza8:45
Incipit
Martina Malacrida Nembrini e Graziano Martignoni9:15
Primo entr’acte
Solitudine e compassione
Michele Corengia, poeta9:30
Prima relazione
Sentirsi soli nell’incertezza
Mimmo Sorrentino, drammaturgo e regista10:00
Secondo entr’acte
Solitudine e immagine
Charlotte Tron, storica dell’artePausa
10:45
Seconda relazione
Sentirsi soli nella diagnosi
Stefano Cafarotti, medico11:15
Terzo entr’acte
Solitudine e testo letterario
Nicolò S. Centemero, medico11:30
Terza relazione
Sentirsi soli nella cura
Roberto Malacrida, medico e Graziano Martignoni, psichiatra12:00
Quarto entr’acte
Solitudine e poesia
Laura Di Corcia, poetessaPausa
14:00
Quarta relazione
Sentirsi soli nel dolore
Claudia Bozzaro, filosofa ed eticista14:30
Quinto entr’acte
Solitudine e cinema
Martina Malacrida Nembrini, storica del cinema14:45
Quinta relazione
Sentirsi soli nel mondo
Michael Baumberger, medicoPausa
15:30
Sesto entr’acte
Solitudine nel canto della natura
Nicolas Sironi, ornitologo15:45
Sesta relazione
Sentirsi soli nel morire e nel sopravvivere
Hanne Ørstavik, scrittrice e Nicolò S. Centemero, medico16:15
Excipit
Martina Malacrida Nembrini e Graziano Martignoni
Formazione
- Accademia di Bioetica: Etica, Disabilità, Vulnerabilità, un approccio Medical Humanities
Programma di formazione a cura della Fondazione Sasso Corbaro
Settembre 2023 – Aprile 2024
PresentazionePresentazioneL’etica si può dire in molti modi, ma importante dovrebbe essere lo stile della sua riflessione, perché gli oggetti e i metodi della morale necessitano una loro concettualizzazione. In particolare, è auspicabile saper discutere, per esempio, sulle parole che intendiamo adoperare, sulle linee argomentative, sulle conoscenze in nostro possesso, sui nostri valori, sulle responsabilità nella presa di decisione: significa pensare l’etica come spazio autonomo di passione progettuale, libero dagli assoggettamenti rassicuranti della cultura e del potere.
La formazione etica ha l’obiettivo: (i) di proporre le necessarie conoscenze teoriche nell’ambito dei dilemmi morali; (ii) di esercitare la capacità di giudizio con un approccio razionale nelle situazioni concrete della pratica di cura, individuando il problema morale, valutando la propria preferenza per una determinata soluzione, confrontandola con quelle delle altre persone implicate e contribuendo ad abbozzare una soluzione; (iii) di promuovere una maggiore sensibilità per lo sviluppo delle proprie qualità umane e professionali soprattutto a favore di una comunicazione corretta.
Il programma non ha certo la pretesa di insegnarci a vivere attraverso valori quali la dignità, la virtù o il dovere, ma di sensibilizzarci a una certa forma di pluralismo delle dottrine e dei metodi, attraverso intuizioni morali, relative a ciò che è bene o male, giusto o ingiusto, e trattando i casi simili in modo simile. In ogni caso, i contenuti dell’Accademia non sono soltanto un’opportunità di conoscenza, ma una vera necessità per il bene comune.
Nella concezione deontologica, la presentazione dell’etica come un insieme ristretto di doveri e di principi, in analogia alle virtù cardinali (sapienza, giustizia, fortezza, temperanza), offre un quadro che, seppur semplificato, è utile alla riflessione morale, in un contesto basato sulla veridicità. Anche l’utilitarismo, che considera le conseguenze delle azioni valutandole nei termini di fedeltà e soddisfazione delle preferenze, è un metodo della morale riflessiva, proposto in contesti culturali concreti, che può fornire argomentazioni per procedere quando siamo in disaccordo, per esempio all’interno di una commissione di supporto etico: il metodo ci serve per avere una guida attraverso l’astrazione, permettendo così un cambiamento nella vita personale e sociale.
La bioetica affronta l’esigenza di considerare le concezioni morali utilizzate nella pratica della Cura soprattutto all’inizio e alla fine della vita, ma anche nelle nuove forme della ricerca biotecnologica e dell’intelligenza artificiale: ad esempio, la robotica affettiva trasformerà profondamente il “prendersi cura” delle persone vulnerabili, come gli anziani con disabilità intellettiva non più in grado di autodeterminarsi con chiarezza.
Le problematiche etiche nell’ambito della disabilità e della vulnerabilità si presentano in modo eterogeneo e specifico e riguardano i “grandi” temi (ad esempio, la limitazione dei trattamenti, il fine vita) così come le pratiche di cura e di assistenza quotidiane (ad esempio, la contenzione, la gestione dei trattamenti) e le attenzioni rivolte al qui ed ora della persona, alla sua emancipazione e al suo benessere generale (ad esempio, l’autodeterminazione, le possibilità di comunicazione, la sessualità).
In ogni caso, il confronto bioetico sulla disabilità necessita un tipo di conoscenza di persone che hanno differenti rappresentazioni rispetto a chi (ancora) non la conosce: finora anche l’attenzione alla narrazione soggettiva degli individui con disabilità non ha incontrato, con la necessaria importanza, il corpo e il genere, quali fondamentali oggetti della bioetica. Probabilmente, la disabilità orienta sui concetti della discriminazione e dell’esclusione e, in sostanza, sulla definizione di “essere umano”: se il modello biopolitico è quello di riprodurre un essere umano “normale”, il rischio della bioetica è di rimanere lontana da valori universali, concentrandosi sugli individui “moralmente abili” (razionali, autonomi e indipendenti), mentre i soggetti non conformi diventano soltanto l’oggetto del suo agire morale.
Le Medical Humanities permettono di contenere il rischio dello “smarrimento umano” che le cure biotecnologiche inducono per la volontà della medicina moderna a migliorare la sua efficacia terapeutica per garantire una qualità di vita e di morte dignitose, in assenza di dolori e sofferenze inutili e non desiderate. Le Medical Humanities cercano di trarre beneficio dagli apporti culturali che possono provenire, in particolare, dalla filosofia e dalla psicologia, anche per affrontare il disagio psichico della fragilità dell’anziano e della vulnerabilità delle persone con disabilità, quando hanno perso la loro indipendenza intellettuale: riuscire a riconoscere l’Altro, il diverso, come una persona degna del massimo rispetto rappresenta il fondo vitale per prendersi cura del prossimo con solidarietà, equità, fratellanza e sorellanza.
L’etica delle Medical Humanities della Fondazione Sasso Corbaro si muove fra la complessità (Edgar Morin) e la resistenza (Léon Schwartzenberg) per assumere la responsabilità che coinvolge non soltanto gli ammalati e le singole persone, ma anche tutta la comunità.
Roberto Malacrida
Destinatari
II percorso dell’Accademia di Bioetica è destinato a tutti coloro che per propria esperienza esistenziale, per lavoro o per vissuti famigliari sono interessati alle tematiche legate alla bioeticaLuogo
Bellinzona, Casa del Popolo (di fronte alla stazione FFS)Iscrizioni
fondazione@sasso-corbaro.ch, entro l’8 settembre 2023Programma completo nel dépliant scaricabile qui sotto.
Lunedì 4 settembre alle 18.00 presentazione del programma di studio in live streaming su Zoom e in diretta Facebook.
- Accademia per le Medical Humanities 2022-2024
Programma di formazione a cura della Fondazione Sasso Corbaro
Novembre 2022 – Dicembre 2024
PresentazionePresentazione1°anno Fondamenti di Medical Humanities ed etica clinica2°anno I sensi e la curaStruttura del corso: 14 moduli a cadenza mensile (giovedì), ore 13:30 – 18:30Luogo: 6500 BellinzonaPrima lezione: 17 novembre 2022Condizioni di ammissione: l’ammissione non è subordinata ad una formazione accademi- ca pregressa. Verrà tuttavia considerato come criterio di ammis- sione la coerenza del Curriculum Vitae e del Sursus Studiorum rispetto alle tematiche trattate.
Destinatari: il Percorso di Formazione è destinato a tutti coloro che per la- voro, per passione o per esperienze famigliari si interessano ai temi della cura, dell’etica e delle Medical Humanities.
Iscrizioni al percorso completo: entro venerdì 11 novembre 2022
Iscrizioni al singolo modulo: entro 10 giorni dalla data del modulo
Le domande di iscrizione vanno inoltrate via e-mail a fondazione@sasso-corbaro.ch.Costi:
Iscrizione al percorso completo: CHF 800.- (Il pagamento viene suddiviso in due rate annuali da CHF 400.-)
Iscrizione al singolo modulo: CHF 80.-
Gli studenti che ne hanno la necessità possono fare richiesta di una borsa di studio alla Fondazione Sasso Corbaro. La valuta- zione delle candidature verrà effettuata dietro presentazione di una lettera di motivazione.Maggiori informazioni sono contenute nella locandina allegata. - CAS La Comunicazione come strumento di cura
Certificate of Advanced Studies
Lugano, Campus USI
Gennaio – dicembre 2023Programma di studio postgraduato ideato e promosso dalla Fondazione Sasso Corbaro, con L’Ente Ospedaliero Cantonale e le Facoltà di Scienze biomediche e di Comunicazione, cultura e società dell’USI.
PresentazionePresentazioneIl CAS “La comunicazione come strumento di cura” approfondisce le tematiche riguardanti la comunicazione nel rapporto terapeutico, affrontando i temi etici più complessi dal punto di vista professionale, relazionale ed esistenziale. La presa a carico di un paziente, in particolare se grave, necessita di una comunicazione adeguata e lo stesso vale per la costruzione di un ambiente nel quale i collaboratori possano svilupparsi. Fino a poco fa, gli aspetti comunicativi nel rapporto di cura e di lavoro erano lasciati all’iniziativa personale, o a un approccio empirico di tentativi/errori. Oggi, nuove conoscenze, nuove possibilità e nuove esigenze permettono e richiedono un approccio più strutturato, e l’apertura a tematiche più vaste di etica e società. A fronte di questa complessità, alla quale ci appare indispensabile adattarci, l’attenzione agli aspetti comunicativi ed etici della relazione terapeutica e di quella interpersonale con tutti i curanti può offrire ai pazienti e all’equipe più rispetto ed efficacia nella cura stessa e anche maggiori opportunità di soddisfazione e di crescita personale.
Il CAS si fonda su:
– L’analisi di aspetti teorici e pratici delle problematiche: comunicazione della diagnosi e della prognosi, considerazione del contesto culturale, delle credenze e dei valori. Individuazione delle tensioni e dei conflitti nelle relazioni e nelle attese.
– Lo studio e discussione dei casi clinici.
– L’approfondimento clinico-narrativo, etico-filosofico e giuridico delle diverse situazioni.
– L’integrazione di strumenti educativi e formativi del campo delle Medical Humanities quali laboratorio musicale, letterario, poetico e cinematografico.Faculty
Emiliano Albanese (USI), Marta Fadda (USI), Mattia Lepori (UNI Losanna-EOC), Samia Hurst-Majno (UNI Ginevra), Pietro Majno-Hurst (USI-EOC), Roberto Malacrida (FSC), Giovanni Pedrazzini (USI-EOC), Suzanne Suggs (USI), Luca Visconti (USI)Requisiti per la partecipazione
Medici, infermieri/e, ricercatori/trici, eticisti, docenti, professionisti/e della comunicazione. Sono
ammessi anche candidati non in possesso di questi titoli, previa valutazione attraverso dossier.Iscrizioni
fondazione@sasso-corbaro.ch, entro il 16 dicembre 2022 (limitato a 30 partecipanti)Tassa di partecipazione
CHF 3’000.- (oppure CHF 300 per modulo singolo)Certificazione
Al termine del percorso di studio è prevista l’elaborazione e consegna di un lavoro finale su un tema a scelta, per il quale è possibile richiedere un supporto concettuale e metodologico. Il lavoro finale è un opinion paper o original article in cui il candidato propone una dimostrazione critica, coerente e non lacunosa rispetto al tema di ricerca scelto. La valutazione può essere di due tipi: (1) positiva, in questo caso il candidato conclude automaticamente il corso, oppure (2) positiva con requisiti, in questo caso il candidato dovrà rispondere in maniera esaustiva alle richieste dei valutatori e consegnare nuovamente il lavoro finché non avrà ottenuto una valutazione positiva.Vi invitiamo a scaricare il Dépliant allegato per consultare il programma completo e la lista dei docenti.
2020

18.09.2020
Curare la notte, curare di notte
Prendersi cura dei curanti 4
Cras ullamcorper cursus sodales. Sed sed eros non tortor imperdiet ultrices. Nunc iaculis quam in ipsum mollis, vel porta elit dignissim. Fusce lectus nisi, sodales id erat ac, tincidunt volutpat libero. Vestibulum fringilla mattis diam, vitae accumsan odio fermentum at. Quisque a diam aliquet, accumsan erat sed, volutpat ante. Proin ornare nunc at magna placerat semper. Etiam non nisl iaculis, congue lacus in, rutrum elit. Aenean augue odio, dignissim at placerat nec, vestibulum a elit. Pellentesque eget nisi eget arcu auctor convallis non vel risus. Praesent auctor, mi ac pellentesque cursus, tellus quam porttitor urna, sit amet placerat urna mi non sapien. Curabitur erat erat, aliquam eget ligula a, vestibulum semper metus. Suspendisse nec odio semper, euismod elit laoreet, dictum ante. Proin dignissim sodales ligula vitae luctus. Sed vestibulum, ipsum vel laoreet tristique, tellus nisl tempus nisi, lacinia consectetur tellus felis lobortis tortor. Aliquam nec felis ac est dapibus condimentum.